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He wore black velvet shades. Italia-Independent propone l'accessorio dell'estate: la Unique Edition for Angiolucci Occhiali.

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[Styling: Domenico Trapani; Concept: Irene Cavallaro; Photo: Flavio Cavallaro]


































Due anime. Per l'accessorio dell'estate: il velluto nero (sì, lo so. Fa inverno, non estate, ma vi farò cambiare idea) ed il colore arancio. Un po' come le due anime della nostra Catania: la pietra lavica di Mamma Etna ed il sole dei meravigliosi tramonti di luglio.
Lo scorso dicembre (era giorno 13) Lapo Elkann si trovava a Catania insieme ai co-founders della Italia-IndependentGiovanni Accongiagioco ed Andrea Tessitore per presentare al pubblico una collaborazione esclusiva con i Maestri dell'Ottica catanese, gli Angiolucci. Ho avuto modo di parlare con Mr. Elkann del significato di questa collaborazione e della sua visione degli accessori di tendenza. Del resto lo scopo principe della Italia-Independent è di sicuro l'Unicità: 147.000 le combinazioni possibili per avere degli shades che inevitabilmente saranno esclusivi, personali, rappresentativi. 




Sapete tutti che, ormai, le collaborazioni fra brand importanti dello scenario cool e easy-to-wear sono degli eventi veri e propri, che spingono i più giovani e modaioli a comprare capi d'abbigliamento creati esclusivamente per l'occasione. Ma qui siamo oltre: la partnership Agiolucci & Italia-Independent non scade nella massificazione! Vuole elevare alla iconicità un accessorio che farà tendenza.
"Questo evento per noi rimarca l‘attenzione verso la Sicilia, regione dal profilo internazionale in cui storicamente prendono piede i trend di consumo" [Giovanni Accongiagioco, Fondatore e Managing Director di Italia Independent].
Per questo il modello scelto per la Unique Edition che oggi vi proponiamo è lo 090, il best seller della I-I, disegnato con un'attenzione particolare all'uso dei materiali.





Le lenti dell'occhiale (in blu fumè o specchiate sui toni dell'arancio, per i più impavidi) sono circondate da una montatura morbida come il velluto. Un effetto scenografico, ottenuto grazie al trattamento UV LUX ©, che rende la superficie dell’occhiale soffice al tatto, come se fosse appunto rivestita di velluto. 
Due gommini posizionati sul ponte dell'occhiale evitano sia di farvi sudare il naso (accorgimento non da poco!) sia una importuna e continua scivolata, una volta inforcate le lenti. Le aste dell’occhiale, invece, sono in acetato arancione -colore simbolo della famiglia Angiolucci- e all’interno dell’asta destra è riportata la scritta “Unique Edition for Angiolucci Occhiali”.
































Un altro punto forte di I-I resta l'accessibilità: l'Esclusività non è più per pochi. Il prezzo degli occhiali non è per nulla eccessivo (il modello scelto per questo post è segnato in listino a 147 euro) e la collaborazione con Angiolucci consente anche a chi non è di Catania di contattare lo store di via G. D'Annunzio per acquistare a distanza questo prodotto (alla fine del post troverete tutti i contatti utili).




A proposito del prezzo vorrei raccontarvi una piccola curiosità: il giorno della presentazione dell'occhiale ho notato che nei prezzi di listino ricorre spessissimo il numero 7. Così, incuriosito, ho chiesto a Mr Elkan che significato avesse questo numero e, in effetti, lui mi ha confessato che con l'uso ricorrente del numero 7 ha voluto infondere un po' di se stesso in tutti i modelli del brand: Lapo Elkann è nato il 7 ottobre del 1977 alle 7 del mattino e, dunque, ha sempre considerato questo numero un lucky number, che fino ad oggi lo ha accompagnato in molti dei suoi progetti.









Quindi, posso permettermi di rubare la filosofia di Oscar Wilde (il cui volto appare anche sulle t-shirts firmate Italia-Independent insieme ad altri volti noti della storia) per riportarvi l'obiettivo che la I-I ed Angiolucci Occhiali si sono prefisse: al giorno d'oggi è necessario riuscire a trovare un buon (se non ottimo) equilibrio tra le nostre tendenze ludiche, forse un po' futili, e un senso concreto di utilità e praticità.
Del resto, cosa è un trono, se non una "panca rivestita di velluto" [Napoleone Bonaparte dixit]? 





 






























Se davvero quest'estate vogliamo aggiudicarci un accessorio che farà tendenza, che sorprenderà gli altri e che potremo indossare con disinvolto orgoglio, non possiamo non chiedere della Unique Edition by I-I...
Sole, mare, cemento e pietra lavica mi hanno accompagnato, negli scatti che vi propongo, proprio perchè si riuscisse a creare una cornice descrittiva di questi occhiali che sposasse senza compromessi il mood fresco ed unico che li caratterizza.




































La famiglia Angiolucci si è immediatamente messa a disposizione di Mr Touchè per fornire un servizio eccellente anche a chi non può visitare i loro stores in modo diretto. Non esitate a contattarli tramite mail o tramite messaggio privato sulla loro pagina Facebook, anche solo per chiedere informazioni sui loro prodotti,  perché da oltre settant'anni il cliente è il centro primario delle loro attenzioni. 
Dite pure di aver seguito su mrtouche.com il post sulla Unique Edition. Mi è stato promesso un riguardo particolare (anche sul prezzo) per i nostri lettori.

Per contattare Angiolucci Occhiali scrivete a info@angiolucciocchiali.com oppure visitate la pagina facebook e scrivete loro un messaggio diretto!





































#ItalianLove.
Domenico.






Intervista a Vittorio Ceccoli Jewelry

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In questa domenica soleggiata, ma un po' fredda, vorrei presentarvi un ragazzo con un grande talento e una grande manualità: Vittorio Ceccoli


"Le mie creazioni nascono di notte. Al calar della sera assemblo e modello parti di ottone e pietre semi preziose di varia natura e, aggraziandone le forme,creo personaggi e animali, ognuno con la propria personalità, ognuno con il proprio carattere, unici e mai uguali. Ad alcuni mi affeziono a tal punto da pensare che un giorno possano prendere vita ..."


1 - Che formazione hai avuto? Ti è stata utile in questa esperienza?
Mi sono formato direttamente sul campo lavorando in un'azienda di produzione accessori moda per 12 anni. Qui, all'interno dell'ufficio stile bijoux, ho avuto l'opportunità di imparare le tecniche della saldatura, della punzonatura e dell'imbutitura dell'ottone. Parallelamente però sentivo che la mia fantasia andava ben oltre le richieste dei clienti dell'azienda e dentro di me c'erano potenzialità che spingevano per essere espresse. E' così che ho iniziato a creare gioielli anche a casa, spesso la sera quando tornavo dal lavoro, nella mia cantina adibita a laboratorio underground e da qui è partito tutto ...


2 - Chi ti è stato, e chi ancora ti è, più vicino in questa esperienza?
Non sarei mai arrivato fin qui senza il sostegno della mia famiglia, in particolare mia madre e mia sorella che hanno sempre creduto in me e permesso i primi passi anche a livello commerciale. Poi l'incontro un anno fa con la mia attuale fidanzata che condivideva con me la passione per la moda e per i gioielli mi è stato di grande impulso per decidere di fondare il mio brand e mettermi in proprio. 

3 - Quali sono i prodotti che crei?
Creo gioielli e accessori in ottone utilizzando materiali esclusivamente di fornitori italiani, della più alta qualità. Alla base in ottone accosto pietre semipreziose e cristalli Swarovski. I miei prodotti sono interamente realizzati a mano da me personalmente, cosa che conferisce a ogni oggetto unicità e artigianalità.  


4 - Li crei da solo o c’è qualcuno che ti aiuta?
Attualmente realizzo personalmente ogni pezzo e sono artefice dell'idea che sta dietro ogni prodotto, difficilmente mi ispiro alle tendenze dominanti. 

5 -  A quali clienti si rivolgono le tue creazioni?
Avendo una fantasia molto spiccata i miei prodotti possono avere un pubblico molto trasversale. Le mie linee più dark o aggressive sono più rivolte a un pubblico giovane o di tendenza, altre linee più eleganti e haute couture si prestano molto a essere indossate anche da donne più mature. In ogni caso la donna che sceglie i miei gioielli è senza dubbio una donna sofisticata, femminile e capace di riconoscere un prodotto unico. E’ una donna a cui non piace omologarsi e che conosce il valore dell’artigianalità e del made in Italy puro. In più deve essere una donna necessariamente ironica e a cui piace divertirsi e distinguersi, con una piccola dose di esibizionismo innato.
Ho anche una parte di collezione dedicata all’uomo, con le cose che a me in prima persona piace indossare, accessori vistosi e metal, inconfondibili!

6 - Da dove o da chi trai ispirazione?
La natura, con le sue meravigliose e metamorfiche forme, è la principale fonte di ispirazione delle mie creazioni. In particolare dall’osservazione degli animali e del loro comportamento è nata l’idea di concentrare una gran parte della mia opera sugli animali che da sempre mi hanno più affascinato: lucertole, ragni, tartarughe, serpenti e gufi, cercando di riprodurne il movimento o anche solo lo sguardo per catturarne l’essenza. Da qui è nata una foresta di creazioni, a volte ironiche a volte mostruose, che popolano la mia cantina laboratorio. A una particolare attrazione per il grottesco si ispirano alcune mie linee come la Munk o Dark, comprendente una serie di accessori tra rock e cyberpunk. Fumetti, manga giapponesi, il mondo degli skaters e della street art sono fonte di continui spunti.


7 - Crei gioielli anche su richiesta del cliente, questo ovviamente fa variare il prezzo  delle tue creazioni a seconda dell’elaborazione e del tempo impiegato, come d’altronde tutti i prodotti artigianali, ma se dovessi dare un’indicazione  un po’ generica sui prezzi dei tuoi lavori?
Sono sempre disponibile a creare gioielli personalizzati o su richiesta, cercando per quanto possibile di assecondare le richieste che ricevo, senza però tradire il mio gusto e il mio dna. Essendo un prodotto artigianale e fatto a mano i miei gioielli non possono essere certo economici... Cerco per quanto possibile di stare attento a bilanciare ritorno economico e commerciabilità. Dare una fascia prezzo mi è difficile perchè ho talmente tanti prodotti che ce n'è davvero per tutte le tasche! Diciamo che vado da anelli o collane di gusto più rock, sportivo a 40/50 euro, fino a collier estremamente elaborati e complessi come il collier serpente che viene 1.100 euro

8 – La prima volta che ti ho conosciuto, sono rimasto positivamente impressionato dalle tue creazioni che sono vere e proprie opere d’arte (penso che una parte di me abbia seriamente pensato di avventarsi sull’iguana che avevi cucita addosso per impossessarsene, poi sono andato sul sito ed è stata la fine, anche per l’uomo trovi idee originalissime), per questo ti chiedo: personalmente, ti piace di più essere considerato un designer od un artista?
Sorrido spesso quando vengo definito designer, certo è in genere la qualifica che ha chi fa il mio lavoro. Ma quello che mi distingue dal designer è che in realtà il mio modo di creare non prevede mai un disegno iniziale. Il mio "disegno" è sempre il primo prototipo che creo seguendo l'ispirazione del momento. Fin da piccolo ho sempre avuto la dote di creare con qualsiasi cosa mi capitasse tra le mani. Quindi in definitiva sono forse più artista che designer.
















Per qualsiasi informazione sulle sue creazioni potete trovare di seguito i contatti di Vittorio Ceccoli.

Web:  www.vittorioceccoli.it
fb:  vittorio ceccoli jewelry
mail: info@vittorioceccoli.it


Tips on outfits

Fuori dallo Spazio e dal Tempo: La Bottega di Franco

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Parliamo del godersi la vita: vi racconto la cena sublime di sabato sera.Cercavo un posto un po' particolare, che potesse lasciare il segno. Scelgo quindi un ristorante che a me, quando ci sono stata portata, il segno l'aveva lasciato eccome. Sto parlando, se avete letto il titolo, della Bottega di Franco, in via Agucchi 112, a Bologna. Ritrovo ore 21 in Piazza Cavour, felice perché per una volta non sono l'unica che guida e che quindi non può bere, siamo pronti per andare.

 Solito gruppo, che imparerete a conoscere, Marghe, Gaia, Vitto, Fede e special guest per quel fine settimana, Luca, direttamente da ViEi City.Dico, metto il navigatore io, venitemi dietro. Nella mia macchina, Luca e Marghe, in quella di Vitto, le restanti donzelle. La Gaia si ostina a voler usare le mappe dell'Iphone. Dopo garelli vari sui viali, cominciano le strade intricate (chi mi conosce lo sa, il mio senso dell'orientamento è pari a quello di una cozza), ma io andavo tranquilla seguendo il navigator.Dopo che siamo riusciti a perderci (vero Gaietta bella, tu e le tue mappe lo sai dove..) finalmente arriviamo, affamati come aborigeni.

La prima cosa che salta all'occhio di questo locale, è la location. 

Infatti è un vero e proprio casale (scriverlo in minuscolo mi fa specie) riadattato. Ogni sala è differente, pareti dipinte di rosso, specchi, divani e tante tante candele. Atmosfera 10 e lode. Il nostro tavolo è nella veranda in fondo, davvero suggestiva. Unica pecca è che siccome dovevamo essere sette, il tavolo risultava essere un po' troppo grande, e c'era un lato (dove sarebbe dovuto stare il settimo) completamente vuoto. Però, a differenza di altri posti, non c'era l'affollamento acustico solito, per cui riuscivamo a parlare bene nonostante la lontananza.

Fuori menù ci propongono asparagi a gogo, ma io preferisco optare per il pesce, che lì non avevo mai mangiato. Per antipasto io prendo il polpo bollito su una crema di zucca con lime e olio al rosmarino, che ha battuto tutto il resto, senza ombra di dubbio. Alcuni prendono la pasta fillo ricoperta di scamorza fusa e ripiena di verdurine, e i restanti le polpettine dorate di baccalà. Queste ultime le ho assaggiate, facendo ovviamente il personaggiodimmerda N.6, che mi si addice perfettamente (andateveli a ripassare, mi raccomando), e devo dire che erano sfiziosissime. 

Oh santo cielo, ho dimenticato il vino. 

Avendo quasi tutti deciso di prendere il pesce, optiamo per un bianco abbastanza fruttato, del Trentino, il Gewurztraminer, che mi fa impazzire. (Non posso ancora sbocciare con dei gialli paglierini o dei toni tanici, ma abbiate fede che arrivano anche quelli).Be' comunque, alquanto soddisfatta del mio antipasto, leggero e appetitoso, aspettiamo i primi. 


Continuo con il pesce, e prendo gli strigoli con broccoli saltati, gamberi e calamari, come la Gaia, mentre Luca e Vitto prendono il risotto di pesce (scusate la mancanza di dettagli, ma dopo l'indigestione che feci all'età di 11 anni con quel tipo di risotto, anche solo il ricordo mi fa rabbrividire). La Marghe sceglie un piatto del giorno, il risotto con gli asparagi, davvero eccellente, ne ho rubato un paio di forchettate senza colpo ferire, e la Fede invece lascia tutti stupefatti scegliendo una classica, ma devo dire molto invitante, tagliatella al ragù, che, diciamocelo, è un evergreen.


I miei strigoli erano molto buoni, però io ho qualche problemi con la pasta condita con il pesce. Cioè, o si parla di un tagliolino allo scoglio o di uno spaghetto alle vongole, o sennò faccio veramente fatica. Mi è piaciuta, era calibrata perfettamente e il broccolo legava alla perfezione, però è più forte di me, non mi provoca reazioni estatiche come una buona gricia. (So che la maggior parte di voi non sa cos'è, prometto che dedicherò un post per spiegarvi la ricetta di uno dei piatti più meravigliosi di questa terra).

Pienotti, ma non pienissimi, decidiamo di prendere come dolci gli assaggini misti della casa.Crema catalana da sballo, ho rubato anche la porzione della Marghe (offerta da lei però!!); a seguire, mousse di gianduia e cocco, buona e fragole con crema al cioccolato. La zuppa inglese l'ho saltata perchè se c'è una cosa che non posso veramente soffrire è il liquore nei dolci. PERCHE' MI DEVI ROVINARE TUTTO MISCHIANDO IN QUESTA MANIERA BARBARA? Be', sono gusti, comunque.

Di bottiglie (di vino, chiaramente), ne abbiamo bevute due, di caffè pure. 

Conto 40 a testa, onesto, abbiamo mangiato molto, bene, e pesce, per cui ci sta. 

Ideale per una cenetta a lume di candela, ma anche per una tavolata da trenta persone (ce n'era una che occupava un'intera stanza), è il classico ristorante a due passi dal centro (se non vi perdete) un po' diverso dai soliti.Ora vado

Cià.

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La Mollicata

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Oddio, ho una fretta incredibile (mani tra i capelli e occhi fuori dalle orbite), non ho NULLA in casa (momento di perplessità-che sfiga oh) e sono stata così cogliona da invitare gli amici a cena. Prima di tutto, sono sorpresa per la prontezza di questa persona in questa situazione, davvero intelligente come mossa.
Però capisco, ci sono passata anche io, in fondo quello che conta è passare del tempo insieme, magari mangiando qualcosa di buono. Però siamo sempre lì: per fare certi piatti bisogna fare la spesa apposta (a menoché voi non viviate in una casa come la mia dove nel frigo c'è sempre ogni possibile ben di dio). Insomma, gli amici stanno per arrivare, che gli cuciniamo?
Ma è ovvio, una bella mollicata!
Prepararla è veramente semplice: vi serve olio, aglio, pangrattato, pasta, acqua e sale. Chi non ha tutti questi ingredienti in casa senza fare la spesa...be', pis per lui.
Insomma dicevo. Prendi l'acqua, la metti a bollire. Fin qui ci siamo. In una bella padella (io preferisco usare la wok), prendi e cacci dentro uno spicchio d'aglio e dell'olio (abbastanza eh, non un goccino inesistente). Fai andare un po' aglio e olio insieme. (Ecco, per chi dovesse essere così sfigato da non avere nemmeno il pangrattato in casa, può rimediare facendo un aglio-olio-e-peperoncino, che non sbaglia mai).
Insomma state facendo soffriggere il tutto nella padella, mettete il sale nell'acqua (quanto basta, per carità) e buttate la pasta. La sua morte è lo spaghetto, ma pure il fusillo ci sta divinamente. Per cortesia, la cottura deve essere al dente, la pasta stracotta non la vuole nessuno! Anzi, voi un minutino o due prima che raggiunga cottura la levate e la buttate nella padella con l'olio e l'aglio, aggiungendo il pangrattato in abbondanza, che in questo modo aderisce alla pasta.
Continuate a farla andare finché non è bella dorata, profumata e invitante.
Prima di servirla, fatemi un favore, levate l'aglio, perchè se qualcuno per sbaglio lo mangia, piglia una sincope a lui e pure  a voi dopo, per non parlare della sua ragazza.
Per chi vuole, un po' di piccantino sposa bene.
La Benedetta Parodi chiama queste ricette i "salvacena"...io le chiamo i "salvaculo"!
Ahahhaha Mamma lo so che sono sboccata, a volte...
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Tips on outfits

Boudoir 36 presenta "Dries Van Noten par Frédéric Malle".

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C'era una volta...
No.
Questa volta la favola si vive nel presente.
Non il presente crudo, la realtà presente, bensì un presente sognatore che non recide il legame con le nicchie artistiche di altri tempi, ma anche di altri luoghi.
Quasi in disparte, nel Distretto del Gusto di Catania, via Santa Filomena, dal 31 ottobre 2005 un nuovo senso ha trovato la sua sede: l'Olfatto riceve i suoi ospiti al Boudoir 36.



Antonio Alessandria ha scavato questa nicchia nel centro storico di Catania, un sacello che protegge "Il piacere del superfluo nei gesti quotidiani".
Nasce tutto - come sempre - dalla passione, quella che fa sdoppiare i percorsi della vita e crea sentieri paralleli da percorrere: Antonio, in effetti, è un Ingegnere elettronico, ma il suo interesse per tutto ciò che coinvolge la sensorialità e l'olfatto l'ha condotto in un viaggio di formazione dall'Italia a Parigi (da Mouillettes&co. a Cinquième Sens), ove ha seguito diversi corsi, sino a quello sulla Formulazione delle fragranze.




Abbiamo chiacchierato un po', ieri sera. Mi ha raccontato di Frédéric Malle e di Editions de Parfums Frédéric Malle  che è nata nel 2000 con lo scopo di creare i "Classici del futuro", in collaborazione con i grandi "Nasi" del nostro tempo. 
Il rapporto è lo stesso che un editore ha con i suoi scrittori (per dirla parafrasando lo stesso Malle) e le fragranze sono presentate come racconti, confezionate in scatole rosse che riportano anche la quarta di copertina: è la libertà di esprimere sé stessi che l'Editore concede ai suoi Nasi, il punto di partenza per poter sperimentare le più moderne tecnologie di estrazione e lavorazione delle materie prime.





Non ci sono legami, convenzioni, stereotipi: si scrivono profumi che sia una donna che un uomo possono indossare sulla propria pelle (Malle odia il termine unisex). E spesso da un'idea non convenzionale nasce qualcosa di più, perché l'idea si sviluppa, si espande, ingloba altri mondi e fortifica le sinergie. Così può spiegarsi la collaborazione tra la Editions de Parfums Frédéric Malle e Dries Van Noten, il belga che per primo ha integrato Malle all'interno delle sue boutique e lo ha fatto conoscere in Oriente.
Dries Van Noten par Frédéric Malle è la prima opera di un progetto intitolato "XXX by Frédéric Malle", che vuole tradurre personaggi importanti del nostro tempo in fragranze esclusive: Il soggetto scelto per l'opera si racconta a Malle; questo, a sua volta, lo osserva, lo studia e solo successivamente lo affida al Naso scelto tramite un ritratto (olfattivo) che lo descrive al meglio.



Per conoscere Dries Van Noten, allora, oltre ad indossarlo, bisogna spruzzarlo sugli abiti e sulla pelle.
Immediata l'esplosione d'apertura di Limone e Bergamotto di Calabria, cui è affidato il compito di svegliare l'attenzione di chi li percepisce, di richiamare i sensi perché si concentrino su ciò che arriverà dopo... il legno di Sandalo, la nota più caratterizzante, più celebrativa della personalità di Van Noten, poiché racconta la morbidezza dell'Oriente senza divenire smaccatamente dolce, come le costruzioni tipiche del Belgio che, ruvide e dure all'esterno, aprono al calore e all'accoglienza nei loro interni.
La morbida dolcezza del legno di Sandalo, poi, viene sottolineata dagli odori di pasticceria belga: le note di Vaniglia, Cannella, Zafferano e Chiodi di Garofano raccontano anche i sapori di un'altra terra.
In chiusura, al fondo, l'elemento che per Malle celebra il perfetto matrimonio tra profumo e pelle: i Muschi.




Una fragranza coraggiosa, più che mai rappresentativa di una persona e di un modo di pensare il Mondo.
Il tutto in uno dei 15 negozi selezionati dallo stesso F. Malle per la vendita. Perchè non si sceglie di offrire un grande prodotto al pubblico che lo apprezza. Il Genio dei Nasi, oggi, chiede a Boudoir 36 di regalare ai suoi ospiti le sue interpretazioni. Nostro dovere è lasciarci coccolare.

#ItalianLove
Domenico.

Dries Van Noten par Frédéric Malle. - videointervista.
Qui la pagina Facebook di Boudoir 36.

Tips on outfits


Polpette Veggy

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A parte il fatto che casa mia è un freezer, motivo per cui oggi, 30 maggio, rimetterò il piumino nel letto, va tutto magnificamente. Ho giusto tremato tutta la notte sognando spezzettoni del Grande Gatsby reinterpretato da me.

L'ho visto ieri sera. A voi è piaciuto? Secondo me Jay-z e Lana del Rey potevano rimanere nel 2013, considerando che la storia è degli anni 20-30...cioè non ho rivissuto l'atmosfera che avevo trovato in Fitzgerald, e che tanto amo di questo scrittore. In compenso però a Di Caprio viene bene la morte in acqua, poveraccio.

A parte tutto, oggi vi voglio raccontare di cosa ho mangiato ieri. Chef: mia mamma, stellata più della via Lattea.

Questa è un'idea fantastica per diverse occasioni: cene, aperitivi, tiramenti di culo (sapete che quelli possono sempre esserci), insomma, va sempre bene. Ora arrivo, e vi dico di che sto parlando.

Polpettine di Melanzane (o spinaci, de gustibus, tanto la ricetta è uguale)

Allora, intanto elenchiamo le mille potenzialità di questa ricetta: le mangiano anche i vegetariani. 

Farle è semplicissimo. Pigliatevi le melanzane (per farne una ventina belle grosse servono 4 melanzane un po' OGM), e ve le cuocete in forno ( 160/70 gradi per una ventina di minuti, ogni tanto guardatevele, non sono poi così brutte, e giratele), con un filo d'olio, o nemmeno, tanto poi i sapori si mescolano. Intanto che cuociono prendete un uovo, del pangrattato (o della mollica di pane ammollata nel latte) e del parmigiano. Vere e proprie polpette, ma senza la carne (acuuuuuta sono).

Una volta che le melanzane sono cotte, le schiacciate con la forchetta fino a creare una poltiglia invitante e di un bel colorino, oppure le frullate (dipende se poi avete lo sbatti di lavare il mixer). Aggiungete l'uovo, il pangratto e il parmijian, sale quanto basta e ve fate le vostre polpettine. Volendo potete metterci un po' di ricottina; andate a sentimento insomma, non è che io so' GialloZafferano che vi do le ricette per filo e per segno. Prima di infornarle le passate nel pangrattato. Poi decidete voi se friggerle o se cuocerle al forno (una mezz'oretta circa sempre a 160/70 gradi). Si possono servire anche con una salsetta di pomodoro e cipollina. 

Accompagnatele da prosecco ghiacciato se fate aperitivo e fuori è caldo, tipo un Cartizze. Se invece le mangiate per cena e continua a fare sto freddo marcio, un bel rosso corposo io lo preferisco, tipo Lagrein.

Quando ieri sera me ne sono pappate 4, mi sono piaciute da morire, perchè dentro sono morbide e vellutate, ma fuori sono abbastanza croccanti. Poi il fatto che sia verdura ti fa pure pensare di star facendo la dieta, per cui giù a magnare. Voi, vegetariani, abbandonate il tofu o il saitan o comeminchiasichiama, che sanno di plastica. 

Lanciatevi piuttosto sulle varianti verdurose della carne. Secondo me queste devono venire bene anche con i broccoli, belle piccantine con il peperoncino dentro. 
Poi con i broccoli che vi avanzano ci facciamo due belle orecchiette pugliesi con i broccoletti strascinati in padella con olio aglio e peperoncino, ma questa è un'altra storia.

Anche se oggi il mio umore era più per continuare la saga dei dimmerda, mi sono contenuta. Non si può sempre essere acidi e cinici, porca miseria!

Scappo a comprare i broccoli.

Cià.
 

Tips on outfits

ELEGANZA IN VILLA | Gli abiti femminili del '900 al Museo della Tappezzeria

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Cari lettori,
 
volevo informarvi di questa interessante mostra a due passi dal centro di Bologna.
 

Dal 1 Giugnoal 31 Luglio nella Sala della Meridiana di Villa Spada verrà esposta una selezione di abiti e accessori appartenenti alla collezione del Museo della Tappezzeria e provenienti da generose donazioni di privati.
 
 
L'esposizione segue un percorso cronologico, in modo da mostrare visivamente l'evoluzione delle linee sartoriali e più in generale del concetto di eleganza femminile dall'inizio del XX secolo fino agli anni Settanta.
 



 
 
Se nei due mesi di apertura non riuscite a visitare la mostra non potete perdervi il museo, fondato dal cav. Vittorio Zironi mastro tappezziere nel 1946. Il Museo rappresenta un patrimonio artistico di rara importanza. Sebbene un tempo annoverato con accenti riduttivi tra le arti minori, proprio questo Museo ha fino ad ora contribuito a risvegliare lo studio e la ricerca nel settore delle stoffe e a evidenziare l'importanza di quest'attività artistica e di quelle ad esse collegate.
 
 

La collezione del museo, raccoglie oltre seimila reperti: tessuti italiani, tessuti del medio ed estremo oriente ed extraeuropei in generale; trine, merletti, ricami, paramenti, frange e fiocchi e ancora accessori ed attrezzi per tappezzieri (macchine da cucire, borchie fuse...).

 
 
Indirizzo: Via di Casaglia, 3, 40135 Bologna
Telefono:051 614 5512
(aperto dal martedì alla domenica, dalle 9.00 alle 13.00. È chiuso il lunedì, ad agosto e nei festivi infrasettimanali)

 
A questo indirizzo trovrete il comunicato stampa della mostra e il catalogo!
 
 
(Evento in collaborazione con i Musei Civici d'Arte Antica - Comune di Bologna che al Museo Davia Bargellini presentano, fino al 25 Agosto, la mostra: Segnali di moda - Stile vintage e nuovi glamour.)

Tips on outfit: ORANGE

Ermenegildo Zegna Live Show

MISSONI s/s 2014 live fashion show

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Follow the live streaming on Vogue.it at this link below:

http://www.vogue.it/uomo-vogue/ultimissime-di-moda/2013/06/missoni-live-streaming?utm_source=facebook&utm_medium=marketing&utm_content=uomo

Ivan Crivellaro during Pitti84

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Some images of the work of my friend Ivan presented during Pitti Immagine Uomo 84.















I think that the images say more than words in these cases.


You can find other news about Ivan Crivellaro HERE or  HERE.
You can contact him and follow his work on his PAGE






KEYHOLE

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Oggi vi parlerò di una proposta molto interessante che viene proprio da tre miei concittadini: Keyhole.

Keyhole nasce dall’idea di tre ragazzi bolognesi, con esperienze diverse alle spalle, ma accomunati da un’amicizia che ha fatto si che nel 2011 prendesse vita questo progetto.
Dopo alcune riflessioni con un amico di lunga data che produce da anni per molti marchi, Marco e Daniele, due dei soci, hanno deciso di unire le forze e le proprie precedenti esperienze nel settore, mancava però una persona essenziale, che chiudesse il cerchio, che si occupasse in particolar modo dello stile e quella figura l’hanno trovata in Camilla, la quale fin da subito si è dedicata anima e corpo al progetto.
Il brand nasce per trasmettere un nuovo, intimo, edonismo ostentato nella moda. Il buco della serratura, appunto Keyhole  diventa il mezzo attraverso il quale guardare il mondo, scrutare senza sentirsi osservati anche i momenti più intimi che ci circondano; da qui la prima capsule collection legata alla sensualità naturale di cui si fa tramite la Polaroid, immediata e senza tempo diventa il fil rouge tra una collezione e l’altra.
“Le foto istantanee evidenziano un notevole voyeurismo che accentua particolarmente la bellezza, la forza plastica e la delicatezza, l'analisi delle forme e l'espressione dei corpi che emergono da queste immagini particolari, elaborate esclusivamente a mano. Una Polaroid rappresenta uno scatto unico e irripetibile, non plasmato dalla tecnologia digitale, che diventa 'esclusivo’ solo per mezzo di un processo manuale” – mi raccontano i tre soci.
La Polaroid già utilizzata da grandi artisti come Andy Warhol e Barbara Crane  diventa, in questo progetto, intima chiave di lettura e ritorno irrefrenabile all’uso dell’analogico.

Dopo aver collaborato con diversi artisti come Daniele Pezzoli e Maurizio Galimberti, i tre ragazzi stanno già lavorando alla prossima collezione assieme all’artista Francesco Casolari.


Arte, fotografia e moda sono concetti cardine del brand, che è stato e sarà presente alle diverse fiere di settore  in Italia, con Pitti e White, ed all’estero con Berlino ed Amsterdam.
A breve, poi, sarà online direttamente sul sito di Keyhole l’e-commerce, dal quale sarà possibile ordinare le nuove collezioni.

In un periodo in cui è sempre più difficile investire in un nuovo progetto, questi ragazzi continuano a credere nelle loro idee senza venir meno alla responsabilità ambientale e civile; le maglie, infatti, sono prodotte nel rispetto della natura e dell'ambiente, grazie anche  alla società indonesiana partner del brand, una “fabbrica verde” riconosciuta e certificata, coinvolta nello sviluppo di  attività che mantengano al minimo l'impatto ambientale e rispettino i propri lavoratori nel processo di produzione.






Ph: Giacomo Marchetti

La collezione nelle foto è stata realizzata in collaborazione con Maurizio Galimberti ed è ora disponibile negli store selezionati.



For more info:

Phone 0542 488225

Vittorio Camaiani ad Alta Roma - "Gocce dalle Nuvole di Magritte" Coll AI 2013/14

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Giunta alla XXXI edizione, la manifestazione AltaRomAltaModa in corso dal 07 Luglio all’ 11 Luglio 2012 nel Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia darà la possibilità di mostrare le proprie collezioni a grandi nomi ma anche stilisti che non hanno mai calcato le passerelle romane.

Ed è proprio durante la fashion week capitolina che Vittorio presenterà la sua nuova collezione Autunno Inverno 2013/14 domani, Martedì 9 Luglio a Palazzo Wedekind in Piazza Colonna.

"..utilizzo la pittura per rendere visibile il pensiero" (Renè Magritte)
                                    "..utilizzo il vestito per rendere visibile il pensiero" (Vittorio Camaiani)

Il fil rouge della collezione passa dalla foglia della PE alla goccia, dall'astrattismo di Mondrian al sognante Magritte in un viaggio fatto di linee sottili, di tulle e di chiffon, di femminilità ed eleganza.




Nuvole, gocce e squarci di cielo creano un sogno senza tempo sull’abito “goccia” dalla silhouette a trapezio, l’abito con “finale a nuvola” e l’abito “pioggia” di lana e chiffon.

Fedeli all'ispirazione i toni della stagione che si fondono da mattina a sera: i basici nero, panna, cammello e grigio incontrano brillanti tonalità arancio “zucca”, verde ottanio e rosso. Colori pieni e netti che delineano come il tratto di una matita i profili dei capi. 

Lo stile inconfondibile di Vittorio Camaiani si mescola con l'arte in un gioco di forme che esaltano la femminilità e danno vita ad un eleganza innata e surreale.



La goccia riappare negli accessori dalle calzature di Lella Baldi ai bijoux in plexi di Cecilia Rosati fino ad arrivare ai cappelli del cappellificio Jommi Demetrio.

DA NON PERDERE!

Nanana by Angelica R.

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Oggi vi presento il progetto giovane e ambizioso della mia cara amica Angelica. 
Poche chiacchiere ed una collezione di Top&Shorts "La Isla" rigorosamente in Edizione Limitata, che funge da biglietto da visita.

La nuova collezione "La Isla"è caratterizzata da una marcata personalità internazionale, con materiali e stampe ricercati, che valorizzano le sinuose forme femminili, proponendo un look unico e accattivante.

Il concept su cui si basa la nuova linea Nanana unisce un mood “easy” ad una cura maniacale per dettagli e finiture.
La personalità dell'ideatrice di questo nuovo brand si riflette nei capi, moderni e sofisticati, per una donna esigente e dinamica che in un capo ricerca alta qualità e lo stile tipico della manifattura Italiana.


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Today I want to introduce you the young and ambitious project of my dear friend Angelica. No turn of phrase and a collection of Top & Shorts "La Isla" strictly Limited Edition, which acts as a business card.

The new collection "La Isla" is characterized by a marked international personality, with refined materials and prints, that enhance the curvy female form, offering a unique and appealing look.
The concept at the base of the new Nanana's collection combines an "easy" mood  to an obsessive attention to details and finishes.
The creator's personality of this new brand is reflected in the garments, modern and sophisticated, for a demanding and dynamic woman that research quality and the typical style of Italian manufacturing.







Photo by Nima Benati



Cosa ne pensate? Per maggiori informazioni NananaByAngelicaR

What do you think about it? For more information NananaByAngelicaR

Mishka Piaf by Michael David: i gioielli che illuminano la Diva che hai dentro.

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Ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con un ragazzo straordinario, creativo, lungimirante.
E voglio presentarlo anche a voi. Si chiama Michael David ed è Designer ed Owner della Mishka Piaf Jewelry & Accessories Ldt.
Michael vive in California (Southern Orange County) ed ha creato gioielli per diverse personalità del mondo della Moda e della Pop Music (tra le altre, Naomi Campbell, Carrie Underwood, Nicki Minaj ed Azealia Banks).
Leggete un po' cosa mi ha raccontato...
Enjoy!
























Raccontaci la tua storia. Quando hai iniziato a disegnare gioielli? E perché?

Sono sempre stato un creativo. Sin da quando ero bambino esprimevo la mia personalità nei disegni, con la pittura, in cucina, sino a costruire gli outfit per una serata in giro con gli amici.
Dopo aver frequentato la Design School di Los Angeles ho deciso di creare la mia Label, Mishka Piaf. All'inizio ho collezionato i più bei pezzi vintage che riuscivo a reperire qui in LA o durante i miei viaggi nel Mondo. La Bellezza e la Teatralità di ogni singolo pezzo mi hanno sempre ispirato; mi hanno consentito di trovare un modo di esprimermi da condividere con gli altri.
Ho iniziato, come sempre avviene, da apprendista: il mio maestro mi insegnò le varie fasi del processo creativo basato sulle mie visioni e, ovviamente, come approcciarmi all'utilizzo degli strumenti che tutt'oggi uso per creare gioielli.
Da allora l'evoluzione di Mishka Piaf è stata costante e rapida.

"The man behind the Jewelry": cosa provi quando provi a tradurre in oro e pietre quello che le donne vogliono indossare? Cosa ispira il tuo processo creativo?

Le ispirazioni giungono da ogni dove e sotto diverse forme. Vivere la mia vita mi ispira, così la Musica, l'Arte, i Film, la Natura e la Società in generale. Guardo sempre alle cose con l'occhio dell'ispirazione e provo a catturare i singoli momenti che tutti gli oggetti mi rivelano per farli divenire dei pezzi unici da indossare.
Mi diverto a combinare elementi vintage, cristalli e pietre rare per concepire qualcosa di speciale che rifletta il mio stato d'animo in quel particolare momento.


Mishka Piaf: cosa vuol dire? Un richiamo a La vie en rose?

"Mishka" vuol dire "piccolo orso" ed era il modo in cui mia Madre era solita chiamarmi quando ero bambino; "Piaf" è un omaggio ad Edith Piaf, che ascolto molto spesso quando creo. La storia di Edith mi ha sempre emozionato. Penso sia una donna iconica nei suoi modi e nel suo tempo.

A cosa miri? Quali sono i tuoi obiettivi (perché, lo so, questo è solo l'inizio...)?

Negli ultimi tempi Mishka Piaf si è rivelata una continua progressione del suo stesso essere e di nuove idee di design. Mi piacerebbe molto vedere i miei pezzi indossati da chiunque ed in qualunque parte del mondo. Io prospero nella conoscenza tecnica e nel riuscire a tirar fuori i miei più profondi desideri utilizzando come strumenti privilegiati la Moda e l'Arte.




In una passata collezione hai utilizzato della pelle di serpente. Pensi che i gioielli siano un a seconda pelle? Quanto sono importanti gli accessori ed i gioielli per una donna e per un uomo?

I gioielli e gli accessori in genere possono raccontare delle storie senza aver bisogno delle parole. Ho sempre ammirato gli uomini e le donne che sanno utilizzare gli accessori per esprimersi al meglio. I gioielli, del resto, sono davvero una seconda pelle. Io non esco mai di casa o dalla stanza di un hotel senza un paio di pezzi abbinati.

Cosa vuol dire essere una "Diva"? Cosa fai tu per aiutare una donna a trovare la Diva che è dentro di lei?

I miei pezzi sono eleganza e glamour: quello che ogni donna rappresenta. Essere una "Diva" vuol dire sapere cosa si vuole e conquistare ciò che si è.
Una vera Diva sa da sola come costruire i suoi outfit con il suo sicuro sense of style.





Pensi che qualcosa sia cambiato da quando hai iniziato a disegnare le tue Collezioni?

Le mie Collezioni sono in continua crescita. Certo, ho notato un vero e proprio cambiamento tra le mie prime creazioni e quello che, invece, offro oggi. Il tempo mi ha sempre messo alle strette: sebbene io mi consideri uno studente del mondo, ci sono sempre dei limiti, delle scadenze, delle tempistiche da rispettare soprattutto per committenti importanti, i quali solitamente chiedono che il lavoro sia ultimato in tempi molto brevi. Ma tutto questo mi piace. E lo trovo divertente.

Raccontami dei luoghi in cui vivi. E cosa pensi dei viaggi? Mai stato in Italia?

 
Vivo nel Sud di Orange County, vicino alla costa. Qui spendo gran parte del mio tempo realizzando i miei gioielli e riflettendo sulla vita: c'è qualcosa nel fissare il mare che lava via tutte le preoccupazioni che la società e la vita stessa possono offrire.
Mi identifico in un soggetto in continuo viaggio nel mondo; i miei viaggi rappresentano ed hanno costruito il mio stato d'animo.
Il mio ultimo viaggio in Europa l'ho fatto con la mia famiglia. Siamo stati a Londra, a Roma ed in Toscana. Ero già stato a Londra e Roma altre volte e sono sempre stato ispirato dalla loro storia e dalla loro cultura.
Del resto, aver la possibilità di camminare nel bel mezzo di opere storiche e poter mangiare cibi italiani è un'esperienza senza prezzo! La Toscana mi ha dato l'impressione di venir fuori direttamente da un film:colline stupende che correvano nel panorama, grande scelta di vini squisiti e prodotti locali.

Qualche tempo fa hai realizzato una stupenda Collezione ispirata alle spine ("Sacred Thorn Collection by Mishka Piaf"). Cosa ti fa male o ti infastidisce, come una spina in un mazzo di rose?

Mi è sempre piaciuta l'idea di un romanticismo dark. Penso davvero che l'idea di una Collezione ispirata alle spine sia la giusta rappresentazione della bellezza di chi osserva, come accade con le rose. Una Collezione che fa una dichiarazione ferma, esplicita ed aggiunge la giusta dose di mistero e romanticismo che tutti noi ricerchiamo.





Hai avuto la possibilità di lavorare per importanti personalità del mondo della Musica e del Fashion System. 
Dimmi: come ti sei sentito a creare dei pezzi che sono stati indossati da Naomi Campbell, Nicki Minaj o Azealia Banks?

Queste collaborazioni hanno rappresentato dei momenti che probabilmente non dimenticherò mai. Il tempo per realizzare le richieste di queste Dive è stato molto limitato, ma sapere per chi stavo creando mi ha aiutato ad accelerare e a render più semplice il processo creativo medesimo. Ho potuto imparare ed avere nuove idee lavorando con queste artiste. Ed ho cercato di rendere queste idee parte integrante dei miei pezzi.

So che ami i film! Raccontaci delle tue passioni: quali film preferisci? E che mi dici della musica?

Guardare film ed ascoltare musica sono le forme perfette di svago, per me. I miei gusti cambiano nel tempo, ma in questo periodo mi piace guardare film degli anni tra i Venti e i Cinquanta, che accolgono ruoli femminili iconici.
Per quanto riguarda la musica, invece, sono cresciuto ascoltando l'Elettronica e la musica degli anni Ottanta, ma mi piace ascoltare le produzioni di tutto il mondo. Solitamente colgo i nuovi trend musicali in ciascuno dei Paesi che visito sia che si tratti di pezzi iconici sia che si tratti di successi solo passeggeri.






Raccontaci un po' delle tue giornate-tipo e delle tue notti-tipo.

Non chiamerei le mie giornate ordinarie, perché ogni giorno mi porta qualcosa di nuovo.
Solitamente trascorro il mio tempo in studio a fondere e modellare metalli e a creare i pezzi delle mie Collezioni. Ho da poco imparato nuovi metodi di lavorazione e sto cercando di lavorare molto su queste tecniche per padroneggiarle al meglio.
La notte, invece, rappresenta il mio tempo libero, il tempo per pensare, elaborare o far riposare la mente dopo una lunga giornata.
Mi piace preparare pranzi e cene ed ospitare gli amici, i familiari e le persone che amo.


Un grazie particolare a Michael David per la sua cortesia e disponibilità.
Visitate il suo sito mishka-piaf.com e la pagina facebook dove troverete tutte le notizie e le novità legate a questa promettente Label.
Che dire?
Fingers Crossed, Dear Michael. Hope to see you soon here in Italy. Again! ;)
#ItalianLove
Domenico.

Vite.

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Torno da voi, irrequieta, pronta per esplodere con una delle esperienze culinarie più eclatanti della mia esistenza (e ne ho provate, vi assicuro).
 Si tratta del ristorante Vite, a San Patrignano, all’interno appunto della comunità di recupero, per chi non lo sapesse. La stessa gestione infatti è affidata a coloro che hanno concluso il percorso e hanno scelto di restare e di contribuire a qualcosa di veramente bello.
Location suggestiva, siamo sui colli del riminese, nei dintorni di Coriano, dove si respira aria di viti e ulivi, che sono presenti nelle valli sottostanti al ristorante,  che è una sorta di baita sulla collina con vista mozzafiato.
Servizio perfetto, gentilezza, camerieri giovani e disponibili, cantina da paura. Pane e formaggi di produzione propria. I formaggi non sono riuscita a sentirli, ma in realtà è voluto, così toccherà tornarci. Atmosfera romantica, rilassata ma ricercata allo stesso tempo; perfetto mix di chiccheria e informalità che amo. Non li odiate anche voi quei ristoranti dove bisogna stare col palo nel popò? Io si.
Si comincia con un aperitivo: frizzantino e finger food. Non immaginatevi quei robini tristi che non sazierebbero nemmeno Naomi Campbell. No, qui si parla di polpettina di carne, formaggio affumicato in nero di seppia, mini cassone, crostino con crema al pecorino e Aulente (vino rosso di loro produzione) e roastbeef di chianina. Mica pizza e fichi insomma. Già solleticata, scelgo decisa in mezzo alle meraviglie che mi si propongono. Salto i vari menu completi, anche se molto invitanti, e mi lancio su una tartare di Chianina con senape fave e Pecorone, formaggio a scaglie che rafforza e contrasta la delicatezza della carne, e risotto Vite, mantecato con squaquerone, sempre di loro produzione, pancetta di Mora romagnola e salsa aulente.
Che spettacolo. Luca invece prende capesante con guanciale e tagliolini al grano saraceno con crema di zucchine, menta, fave, piselli e pecorino. Spaziali anche quelli.
Però non eravamo ancora contenti. Mi faccio consigliare un dolce, e il cameriere con decisione mi dice: gelato alle noci. Bah, gelato alle noci? Però per la solita regola per cui bisogna essere aperti e disponibili alle novità, mi fido. E per fortuna.
Il dolce si presenta in questo calice da Cosmopolitan, con diversi strati nettamente divisi. Primo strato, gelato alle noci con cioccolato caldo, al di sotto, biscotto al cioccolato e zenzero che creava un sottovuoto con gli spazi sottostanti. Ancora sotto, noci caramellate e pere candite ghiacciate. Lo stacco di temperatura, di consistenza e quello visivo hanno reso questo dolce uno dei migliori mai sperimentati in vita mia.
Anche quello che ha scelto Luca era veramente particolare e valido. Torta di cioccolato bianco, peperoni dolci e lamponi. Direte voi: peperoni dolci? E invece sì. Da Vite sanno decisamente quello che fanno. Esperienze extra-corporee.
Abbiamo accompagnato il tutto con una bottiglia di Aulente rosso di loro produzione, profumato e leggero.
E il tutto per una minima spesa, di 35 euro a testa.
Mi hanno detto che ha “rischiato” di prendere la stella Michelin. Fortuna che non l’ha presa, diamine. Così invece hanno scelto di abbassare i prezzi, renderlo accessibile a tutti, mantenendo la qualità delle materie prime al massimo livello e la ricercatezza dei piatti nel giusto, senza eccedere in quello stato di iubris che colpisce gran parte degli chef stellati e che fa produrre piatti tipo “erbe di campo” con UN seme di melograno, UN chicco di caffè, UN pezzetto di cioccolato e filamenti di erbe tipo rosmarino.
Mi pigli per i fondelli, dunque.
No no no.
Andate tutti da Vite, per non perdere lo splendore di un’esperienza che fa bene al corpo ma anche allo spirito. 



-ParloComeMangio-

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