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Londra-Milano-Parigi: una Review in musica (Part III)

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Sacro, on the runway.



Un brano molto particolare per parlare dell'utilizzo di elementi sacri sulle passerelle.
"Jesus is the New Black" dice Lady Gaga nel brano Black Jesus+Amen Fashion proposto qui nella versione remixata da DJ White Shadow in occasione dello show Mugler SS12.
Tanti gli stilisti che giocano con le croci. In particolare Dolce&Gabbana costruiscono un'intera collezione ispirandosi ai mosaici sacri della Cattedrale di Monreale e caricano colli ed orecchie di accessori vistosi, sontuosi, al limite dell'eccesso.

[Tutte le foto utilizzate in questo post, provengono dalle Galleries di Vogue.it - sezione "Shows"]

Milano - Dolce&Gabbana

Milano - Dolce&Gabbana

Milano - Dolce&Gabbana

Milano - Dolce&Gabbana

Milano - Dolce&Gabbana


































Fausto Puglisi immagina una donna seria. Severa. Una Sacerdotessa con i piedi saldamente ancorati a terra, forte del suo ruolo.

In lungo nero...
Milano - Fausto Puglisi 
 ...o con un vestito diviso in due: un top aggressivo e decorato preziosamente staccato -mediante un doppio giro di cintura- da una gonna asimmetrica.
Milano - Fausto Puglisi






















Ma anche il bianco, sulla donna di Puglisi, ha molto rigore. I due spacchi anteriori incutono timore, profondo rispetto per una donna di indubbia forza.
Milano - Fausto Puglisi



Milano - Fausto Puglisi


E pure quando la Sacerdotessa viene contaminata da un tocco di tartan, non perde la sua austerità.
Milano - Fausto Puglisi



































Milano - Fausto Puglisi




Gaetano Navarra propone, a Milano, grandi croci che ricordano ex voto.

Milano - Gaetano Navarra

Milano - Gaetano Navarra

 Anche Pucci pone la croce su un abito, ma quasi fosse una medaglia.
Jean-Charles de Castelbajac, invece, a Parigi, usa una grande croce nera, quasi un'autocensura della bellezza  stampata su un morbidissimo abito.
Milano - Emilio Pucci

Parigi -  Jean-Charles de Castelbajac



#ItalianLove
Domenico.

Trucco primaverile - Tutorial semplice e veloce

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La nostra MUA,  Veronica

Oggi apriamo ufficilamente la rubrica riguardate il make up e i tutorial!
Grazie al prezioso aiuto della Make Up Artist Veronica Tancorra, potrete provare sulla vostra pelle tante nuove idee, semplici e veloci da realizzare. 
Il primo tutorial che vi proponiamo riguarda un un look in vista della primavera, dai colori accesi e brillanti.
Veronica vi guiderà passo dopo passo con fotografie e descrizioni semplici e concise per ottenere un buon risultato!
Enjoy it!

1) Applico un primer neutro.


2) Stendo un ombretto oro con le dita o con un pennello come base


3) Con un pennello a penna nella piega dell'occhio applico un viola scuro e in seguito, metto un eye liner nero molto sottile (vedi foto successiva al punto 4)


4) Sotto l'arcata sopracciliare con un pennello da sfumatura applico un color avorio shimmer, tra il colore viola e l'Avorio


6) Per aprire lo sguardo applico con un pennello piccolo da sfumatura un color crema shimmer



7) Con una matita bianca o avorio contorno il condotto lacrimale per creare un punto luce.



Dopodiché con un piegaciglia incurvate le ciglia e mettete il vostro mascara.
 Infine applicate un blush pesca e un lipgloss fucsia acceso ;)





Colori utilizzati:

-Avorio sotto l'arcata sopracciliare

-Crema shimmer angolo interno

-Punto luce pastello neve make up color avorio

-Mini palette base color oro, viola Borgogna a sfumare con l'avorio e viola scuro nella piega.





Per ogni richiesta, informazioni o approndimenti scriveteci sulla nostra fan page di Facebook : https://www.facebook.com/pages/Mr-Touch%C3%A9/198911780161324?fref=ts
e vi metteremo subito in contatto con la nostra Veronica!
Al prossimo tutorial!!








Ufficialmente con noi: Domenico Trapani

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Buongiorno a tutti i nostri Lettori,


oggi vorrei presentarvi, facendo gli onori di casa, un ragazzo che è entrato a far parte del nostro gruppo e di cui state leggendo, guardando ed è il caso di dire ascoltando i suoi post da qualche tempo. 

Lascio proprio a questo ragazzo, Domenico, il piacere di raccontarsi a voi in modo molto personale.


"Mi riesce sempre un po’ difficile parlare di me, presentarmi.
Forse per paura di non riuscire a spiegar bene il garbuglio che mi trovo dentro senza neanche sapere perché.
Eppure potrei iniziare col dirvi che sono un ragazzo innamorato della Cultura, qualunque forma essa abbia. Un giorno la mia insegnante di Lettere del Liceo (classico) mi ammonì dicendo che mi sarebbe finita come l’Asino d’oro di Apuleio, a causa della mia curiositas e immediatamente il mio spirito di ricerca mi suggerì di leggere quel libro.
Forse è proprio la curiositas il mio punto forte, il motore delle mie esperienze. 
Tra le esperienze migliori, ricordo in particolare un viaggio che può a ragione essere considerato il viaggio più importante sino ad ora: marzo 2005 Catania-New York-Catania. Dieci giorni che non sono stati solo un piacere; dieci giorni durante i quali ho preso parte ad un progetto (il National High School Model United Nations) che mi ha spinto sino al Palazzo di vetro della 1st Avenue dove ho potuto conoscere gente proveniente da tutto il mondo. Lì sì che la mia curiositas ha potuto sollazzarsi!
Da questa esperienza ho tratto tanto e uno dei retaggi che con più piacere vanto è sicuramente la passione per la moda. Non banale fashionvictimismo, ma il voler guardare alle creazioni di tanti in modo diverso, perché la Moda è comunicazione e taluni la rendono Arte.
Da poco tempo scrivo su questo blog, uno strumento per poter esternare le mie osservazioni su ciò che mi circonda e che -col tempo -vorrei divenisse un dialogo con quei ventidue che mi leggono (concedetemi la scopiazzatura manzoniana). 
Per questo ringrazio sempre chi mi ha chiamato a collaborare ad un progetto fresco, giovane, pungente (touché) e mi scuso se magari non starò molto attento a seguire una linea specifica, perché la mia volontà di comunicare con gli altri tocca un po’ tutti i campi, trasversalmente.
Così ho voluto parlarvi un poco di uno studente di Giurisprudenza che segue Alexander McQueen e Ann Demeulemeester, legge Virgina Woolf ed Aldo Busi (sì, adoro lo stream of consciousness.), ma non disdegna il sano fancazzismo quando si tratta di saper giocare.
E no. Non sono noioso. Volevo raccontarmi in maniera diversa. 
Tramite (alcune del)le mie storie."

#ItalianLove
Domenico.




Che dire ... Benvenuto Domenico!!!

Fashion is ... Considerations from a girl

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Fashion is like love. Actually it is kind of love. It consumes you, it's passionate and adventurous and a little bit dangerous. But you want more and more of it. Once you have started, you can't stop. Fashion is not only in clothes, shoes and accessories. It's almost everywhere around us. It is in the way we live, love and party. Nowadays fashion is a battlefield. A battlefield between classy and casual, old and new, ordinary and crazy... But only that mix of colors, emotions and different styles makes fashion. I must be honest, fashion without luxury is not that fabulous. And like Coco Chanel said: “Some people think luxury is the opposite of poverty. It is not. It is the opposite of vulgarity.”. As strange fashion is nowadays, it is still adorable and unique. But fashion is obviously not for everyone. Some people can't understand and see the magic of fashion just because they don't feel it.
The best part of fashion is that you can combine different styles, mix them and even fight with them, but above all it is to have a unique and gorgeous style. One of my favourite combinations lately is a denim shirt with studs and a smoking tie. It is a combination of casual shirt, something that won't be noticed by itself, but when it is combined with the formal smoking tie it makes the combination look more girly, stylish and fabulous. When I wear it I differ from others and that makes me feel good, feel special. This shirt and smoking tie can be matched with not that casual or high-waisted more formal skirt. Even if they are so different, they would both look fabulous in this combination.
The game of colors in fashion is also very interesting. Now you can make colorful combinations that in the past were taboo in the fashion world. And what about jewelry? There is nothing more gorgeous that a person with a beautiful jewelry. It completes you, makes you different from other people which is the rule number 1 in fashion - be different, be unique. We are born unique, so why do we have to change that? 
Gold in fashion is also one of the most gorgeous things ever. It is a symbol of luxury and power. But it can also be dangerous. Gold does not match with everything. It can be part of our casual outfit but definitely can't be matched with everything.
Shoes. They can be women's best friends and worst enemies. Because there is nothing better to complete your look than a pair of Manolo Blahnik or Louboutin shoes. But if your perfect, stylish and amazing outfit is matched with the wrong pair of shoes then you will look like Louboutin shoe without its red sole.
And let's not forget about hats, sunglasses, gloves and all that accessories that totally complete our look. A ring, a hat or a pair of sunglasses can transform you from boring to amazing. And perfume, of course. It is also part of the fashion world. Coco Chanel said: "A women who doesn't wear perfume has no future" and Christian Dior said: " A woman's perfume tells more about her than her handwriting." .
Fashion is not something that you can copy from someone. You have to carry it in your heart, in your soul. And once you let it go out of you, it becomes part of your life, actually the best part of it. Fashion is like drug. Fashion is MY drug.



Written by Mila Nenova




Arte e Natura nella NewCo-PE13 di Vittorio Camaiani

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"Le linee verticali e orizzontali, sono l'espressione di due forze opposte; queste esistono dovunque e dominano ogni cosa; la loro azione reciproca costituisce lavita. Riconobbi che l'equilibrio di ogni aspetto particolare della natura poggia sull'equivalenza dei suoi opposti. [...] L'aspetto delle forme naturali si modifica mentre la realtà rimane costante"
P. Mondrian
E la realtà della Primavera Estate 2013 di Vittorio Camaiani si ritrova nella perfezione e armonia della foglia che, quale elemento di ispirazione dell'intera collezione, si modella sui capi diventando essa stessa architettura e simmetria. Con le sue venature, i contrasti audaci e i colori accesi definisce le sagome esaltando quella femminilità senza tempo propria dei capi di Camaiani.





I colori delle camicie d'organza e seta, degli abiti in crêpe marocain, dei pantaloni a palazzo, del lino e del cotone, richiamano la natura nei toni più caldi dal giallo ocra al verde militare fino ad esplodere in accostamenti optical di blu, gialli e rossi ispirati all'arte di P. Mondrian.
Questi i toni brillanti connotano il lancio della nuova Bag Couture, da questa stagione realizzata, oltre che nella classica seta, anche in pelle. Ad arricchire e completare la collezione Camaiani, le scarpe di Lella Baldi e i bijoux curati da Cecilia Rosati.
Con queste premesse non potete perdere l'occasione di toccare con mano le creazioni Camaiani: la presentazione della collezione si terrà a Bologna il pomeriggio di venerdì 19 e  l'intera giornata di sabato 20 aprile in una location esclusiva. 
Per gli inviti non esitate a contattarci! 
Non mancate!
“Ringrazio la natura, fonte di ispirazione che nessuno riuscirà ad anticipare o mai a riprodurre in  uguale espressione” .
Vittorio Camaiani
Per saperne di più su Vittorio Camaiani e le sue collezioni date un'occhiata ai nostri articoli:


Rosso come i Coralli.

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Sapete cos'era una Wunderkammer?
Tra il Cinquecento ed il Settecento, facoltosi uomini di cultura e curiositas amavano adibire una stanza delle loro residenze a "camera delle meraviglie": un luogo dove raccogliere e custodire i pezzi più pregiati dell'artigianato o le invenzioni più curiose dell'epoca.
Bene. Immaginate un intero Palazzo nobiliare della prima metà del Settecento progettato dal Vaccarini, nel pieno centro storico di Catania.


Provate a farlo diventare una immensa Wunderkammer. In che modo?
La Fondazione Puglisi Cosentino in collaborazione con la Fondazione Roma Mediterraneo ha pensato ad un evento di primavera che ha riscosso un grande consenso tra i partecipanti: "La Notte dei Coralli" ha inaugurato la mostra "I grandi capolavori 
del Corallo. I coralli di Trapani del XVII e XVIII secolo".











Un Battesimo in grande stile che ha coinvolto illustri nomi del panorama catanese: la stilista Marella Ferrera e l'Accademia Euromediterranea Harim, le Librerie editrici Cavallotto e Compagnia della Bellezza, tra i tanti.


Così, Palazzo Valle ospita preziosi arredi sacri o oggetti da tavolo che rapiscono gli sguardi e si fanno desiderare.
E al centro delle sale che sfoggiano questi preziosi rossi, fiorisce la Moda. Quella non convenzionale. Quella che cristallizza lo stile sui tessuti e si compiace nel vestire donne d'ogni età.














Spose;


ragazze;


donne.
E il sottofondo cambia di stanza in stanza. La musica di archi, corde e fiati ha preso per mano gli oltre mille visitatori dell'evento e li ha condotti in un percorso eclettico, trasversale e sensoriale.



























Sino ad arrivare al cuore della serata:


L'attrice Donatella Finocchiaro al centro di un concerto da camera che coinvolge arpa, violoncello e voce, veste con disinvoltura un abito rosso come i protagonisti di questa notte.

Un evento, insomma, che schiude le porte della primavera siciliana e catanese in particolare, prendendo in prestito un elemento che appartiene a luoghi e colori dell'estate: i coralli dei Maestri corallai trapanesi provenienti da diverse collezioni (quella della Banca Popolare di Novara; quella del Museo Pepoli di 
Trapani; quella della Fondazione Whitaker di Villa Malfitano a Palermo; quella del Museo Diocesano di Monreale e quelle dei collezionisti privati, italiani e stranieri).





“L’esposizione sarà suddivisa più sezioni per poter raccontare il 
corallo sotto il profilo biologico, storico, artistico e antropologico. L’allestimento – 
spiega Valeria Li Vigni, curatrice della Mostra - ripercorrerà la storia dell’arte del corallo in chiave 
interdisciplinare dal tardo Cinquecento al Settecento e comprenderà anche due laboratori 
in uno dei quali saranno presi in esame i principi del rapporto uomo-mare e la 
molteplicità di oggetti realizzati in determinati contesti sociali e naturali".




Del resto corallo in greco vuol dire proprio "ornamento del mare" e la sinergia di Gioielleria, Artigianato, Alta Moda e Cultura sono i degni ornamenti di una città che anche quest'anno vuole spiccare il volo ed offrire il meglio a chi viene a visitarla, così come ai suoi amati concittadini.






























Tutte le informazioni sulla Mostra potete trovarle qui.

#ItalianLove.
Domenico.

Giusti dal 1887 - Bologna

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Voglio condividere con voi la storia di un negozio, ma soprattutto di una famiglia che ha fatto e continua a fare la storia dell'abbigliamento bolognese e non solo, per questo chiedo aiuto direttamente al Signor Giancarlo Giusti, che attraverso un'intervista rilasciata per i 100 anni di attività, racconta la storia di GIUSTI.
GIUSTI nasce nel 1885, per la Camera di Commercio ufficialmente nel 1887, come negozio di cappelli, e per più di cento anni tramanderà il gusto e le competenze di trattare con un pubblico cortese, ma esigente. Testimone di una Bologna che cambia, la storia inizia con Leopoldo Giusti in via dell'Indipendenza, per continuare nella nuovissima via Rizzoli con il figlio Armando nel 1919. 


Erano gli anni mitici, di un saper vivere dimenticato, per cui l'elegante negozio di via Rizzoli diventa punto d'incontro della cultura e dell'arte per l'intera città: in un ambiente liberty, firmato dall'architetto Bega e dal pittore Cadorin, sono assidui clienti Arturo Toscanini, Tito Schipa, Beniamino Gigli, Ferruccio Tagliavini, Aureliano Pertile e molte personalità del mondo universitario, come Rettori e docenti. Un prestigio dato, oltre che dall'ambiente e dalla clientela selezionatissima, anche dalla qualità esclusiva delle marche proposte, come l'allora marca inglese Lock e Tress che si poteva trovare solo da Giusti. 
Arrivano poi gli anni della guerra, i bombardamenti distruggono il negozio e viene a mancare Armando Giusti; ma come è proprio degli emiliano romagnoli e dei bolognesi in particolare, la tenacia non si è piegata e la moglie di Armando riapre il negozio nel 1945 con l'aiuto di Giancarlo, passando da "Cappelleria Giusti" a boutique di abbigliamento maschile, trasferendosi in Galleria Cavour, assieme a tutti i grandi nomi della moda nazionale ed internazionale.


Il Signor Giusti chiude il racconto di questi 100 anni di storia con alcuni quesiti ...

Eccoli compiuti, i nostri primi 100 anni. Ma come saranno i prossimi? E come sarà la Bologna del 2000? Certamente diversa: sapremo ancora, noi Giusti, esserle fedeli, capirla, confessarla, coccolarla, soddisfarla? E, naturalmente, ben vestirla? Una cosa è certa. Chi viene da GIUSTI, da sempre viene con stima, con fiducia, con piacere, e spesso anche con amicizia. Questi sono sentimenti che, specie in commercio, nessun futuro potrà invecchiare.  - Giancarlo Giusti -

Consigli di stile
Da questo centenario sono già passati diversi anni, e GIUSTI si è spostato in una location ancora più ampia (via Castiglione 4) e completamente dedicata ai suoi clienti. 
Mi sento di poter affermare che le promesse continuano ad essere mantenute, la passione, la cura dei particolari, l'attenzione al cliente, la ricerca dei marchi, l'eleganza e il gusto rimangono punti cardine di questo negozio, in cui ti senti coccolato e sempre a casa.







e per rimanere sempre aggiornati sulle novità e la filosofia Giusti seguite la pagina Facebook: www.facebook.com/GiustiAbbigliamento





PopUp Market @ Joyà Academy.

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Consci del successo ottenuto con la formula del Vintage and Individual Market, gli stessi organizzatori ci invitano a vivere una "sorpresa", nella brevità di un evento "apri e chiudi": è questo il significato di PopUp, uno shop temporaneo che vanta come fulcro la creatività dell' Handmade e la capacità dei suoi fruitori di saper cogliere l'attimo nel weekend durante il quale si svolge.


La location è davvero particolare. Uno spazio post-industriale - di solito adibito a luogo di studio e sperimentazione per Compagnia della Bellezza - nei giorni 25/26/27 aprile ha accolto il meglio dei laboratori artigianali, dei designer emergenti e dei creativi siciliani impegnati nel settore della Moda e non solo.
L'Ingresso del PopUp Market ospitato da Compagnia Della Bellezza
presso la Joyà Academy.


Tutti selezionati dalla styler e dj Sarah Spampinato che orgogliosamente espone nel suo stand i migliori pezzi vintage (o dal sapore vintage) che recupera durante i suoi soggiorni a Londra.
E per la serata inaugurale del PopUp Market gli ospiti d'onore sono stati i blogger, invitati ad un "Ballo di fine anno" che si è affiancato allo stile free e gioioso degli espositori.











Uno degli obiettivi (assolutamente centrati) del Bloggers'Party, penso sia stato proprio quello di creare un contrasto di grande impatto visivo durante la serata: in uno spazio ruvido come quello della Joyà Academy si mescolano abiti da sera, pochette "sparkling", papillon di raso di seta e jeans-e-pelle.

Intervista sulle tendenze più attuali.

Tutti i blogger sono stati intervistati durante la serata ed hanno avuto modo di parlare un po' del mondo che li circonda e della loro passione per la scrittura sul web (qui una chiacchierata con il sottoscritto e qui, invece, un po' di idee sparse sulle tendenze attuali).
Io e Damiana Saraniti, tra le organizzatrici del Bloggers' Party e Addetta Stampa dell'evento. 

Bloggers' Party - "Festa di fine anno".

Bloggers' Party - "Festa di fine anno".


Del resto, la serata organizzata anche per i bloggers catanesi si incastona perfettamente nell'intento del PopUp: promuovere, organizzare e studiare tutte le sfaccettature possibili della Comunicazione largamente intesa, che vede nel web e nei social media, oggi, uno strumento potente ed in continuo rafforzamento.
Proprio per questo motivo giorno 27 si è tenuto un interessante Workshop aperto a tutti sul Web Marketing e sul Social Media Marketing, durante il quale Gaetano Russo (direttore di campagne Google e Facebook per aziende nazionali) ha voluto condividere con gli operatori della Comunicazione e con gli ospiti del mercato alcune strategie di Marketing Innovation concepite con specifico riferimento alle piccole e medie imprese che operano nel settore della Moda.

Workshop by Gaetano Russo.

Ma non solo serietà per i Workshop del PopUp Market: due hanno puntato sulla creatività di chi ha voluto parteciparvi ed hanno trasmesso le tecniche base del restauro e del recupero di oggetti vintage (a cura di Alessandra Parisi del negozio "Officina" di Catania) nonché le nozioni fondamentali di taglio e cucito sartoriale (a cura di Paola Giudice); un terzo momento ha avuto come protagonisti sul palco i Dj-Producers internazionalmente riconosciuti Blatta&Inesha che hanno rivelato, mediante una performance live, alcuni segreti sull'uso dei programmi musicali affermatisi sulla scena djing elettronica underground.





Infine, per chi è più attento alla propria immagine, Compagnia Della Bellezza ha messo a disposizione delle (e degli) ospiti del Market uno dei suoi migliori hairstylist, che si è preso cura dei capelli di alcune delle ragazze presenti, giocando e divertendosi a creare look nuovi e dal sapore anche un po' retrò.
















L'Hairstylist Flavio si occupa di Irene, visitatrice del Market.

























Quindi PopUp sinonimo di Creatività, Musica, Bellezza, Social, Comunicazione, Sicilianità, Fashion. La promozione ferma, decisa di una "Concept Multi Art" che punta sì al microbusiness, ma anche e soprattutto al divertimento.
Se avete la possibilità di fare un viaggetto a Catania, allora, non dimenticate di inserire nel vostro planning le date dei prossimi temporary Markets e quindi, per restare sempre aggiornati, se vi va, seguitemi su facebook (qui) e state sempre connessi!
Perché come dice Sarah Spampinato "Impariamo a fare una cosa nuova... Usciamo i nostri sogni dal cassetto!" e quando le idee sono meritevoli non c'è che dire... tutto va per il verso giusto.
#ItalianLove
Domenico.

Fabio Geminiani - Geminiani Rappresentanze

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Oggi vi proponiamo un'intervista ad un amico ed un grande lavoratore Fabio, che da diversi anni ha aperto il proprio showroom a Bologna e si dedica ad esso con tenacia e passione.


www.thetothem.com
1 - Ciao Fabio, inizierei subito col chiederti che tipo di formazione hai avuto e se ti è stata utile in questa esperienza.
Io vengo dalla boutique, ho fatto tutta la trafila, passando dalla vendita al consumatore, alla gestione del punto vendita, fino ad essere ingaggiato da un fornitore del negozio dove lavoravo, come agente/rappresentante. Quindi devo dire che ogni singola esperienza mi è stata molto utile.

2 – Come ti è venuta l’idea di aprire uno showroom? Chi ti è stato, e ancora ti è, vicino?
L’idea di aprire uno spazio proprio è stata una crescita, un’evoluzione naturale, che ad oggi, non sempre paga, perché la voce “costi” si intensifica e i “ricavi” non aumentano automaticamente.
Sono un autodidatta che ha preso spunto dalle diverse esperienze fatte in passato, che ha deciso di offrire una proposta completa ai negozianti/clienti, la cui espressione massima è sicuramente lo showroom dedicato. Durante tutta l’esperienza mi è stata vicino la mia famiglia, nella persona di mia moglie, che al sorgere di qualsiasi dubbio, mi sostiene e mi incoraggia ad andare avanti, e Fabrizio, il classico “braccio destro”, che  da 4 anni è  sempre pronto ad appoggiare le mie idee, oltre agli altri collaboratori.

3 - Cosa ti da la forza di continuare anche in un momento difficile e di crisi come quello che il mondo oggi sta vivendo?
La passione, la consapevolezza che ci sono ancora tante persone che ci credono, che lo fanno come “modo di vivere”, come ripeto sempre ogni giorno. Vanno cambiate le strategie, i rapporti con i commercianti; oggi servono tempistiche diverse e risorse nuove, cicli produttivi più svelti per abbattere il margine di rischio, sfruttare il sistema web e il turismo. L’Italia ha pur sempre insegnato a “vestire” il mondo, è un momento delicato, ma torneremo a fare questo “mestiere” come va fatto.
Purtroppo ci siamo approcciati a questo mondo solo con il gusto, l’idea e la passione, ma oggi più che mai, serve anche conoscere un bilancio di un negozio o il break even point di un agenzia, perché non è più cosi semplice. I consumi sono calati e per molto tempo sarà cosi, quindi la richiesta cala e noi venditori dovremo allargare le zone di competenza, in parole povere, meno boutique e raggio d’azione più ampio.

4 – Da quante persone è formato il tuo staff?
Ad oggi, siamo 5 elementi fissi, ma in campagna vendita diventiamo 7.

5 -  A quali clienti si rivolge il tuo showroom?
Il target medio / alto è quello che seguiamo da diverso tempo con un rapporto continuo e cerchiamo di essere sempre innovativi, freschi e propositivi. Il target alto / griffato è quello che stiamo approcciando ora, perché loro sono in fase di grande cambiamento dopo essere stati statici su prodotti troppo impegnativi, e noi offriamo servizi snelli, flessibili e vendibili.

6 – Quali sono i brands ed i prodotti che vendi?
Ad oggi si contano in piu o meno 25 brands, specialisti nel settore sia made in Italy sia d‘importazione. Il made in Italy serve, perché non si può perdere l’impalcatura che sorregge questo mercato e che lo fa differire dagl’altri all’estero; collaboriamo quindi con Giemme Brands Corporate per le camicie, Marconi Manifatture per la maglieria, Compagnia del Denim e Cs jeans per il denim e i cotoni e Fem per il total look, per citare qualche esempio. Oggi, i clienti ci richiedono un prodotto, magari non economico, ma di qualità. Il prodotto d’importazione serve per offrire i mood, le tendenze, le correnti che seguono o nascono negl’altri Paesi, oggi molto vicini al nostro; per questo nascono collaborazioni con chi tratta il mondo scandinavo, perché nell’ ultimo decennio sono diventati appetibili per proposta / prezzo, con Londra, perché il rock punk degl’ultimi anni e adesso il mods e il preppy viene da loro e da Parigi per il bon-ton, il romantico mischiato al rigore che da donna ha sempre un mercato.
Io poi sono un appassionato di denim e quello americano ha sempre un gran fascino, forse non sempre vicino alle esigenze italiane, però molto cool, per questo in showroom ci sono e ci sono stati brands come Prps,True Religion, Joe’s jeans e Gilded Age New York.
Some brands
7 – Come decidi i brands da vendere nel tuo showroom?
Fino a ieri per gusto, ad esempio quello che mi sarebbe piaciuto vedere nell’armadio mio e di mia moglie, ma oggi, con 200 clienti circa, cercando di capire esigenze e fabbisogno del commerciante.

8 - Una cosa che mi ha colpito molto visitando e collaborando con il tuo showroom è il gusto e l’armonia che si respira in esso, si passa da brand più formali, a quelli più di ricerca e molto particolari con estrema semplicità. Come riesci in questo?
Secondo me uno spazio, piccolo o grande, deve avere una logica, un filo conduttore; oggi, in questo momento d’incertezza paga la certezza, proporre di tutto sarebbe un autogol, meglio specializzarsi.
Io mi chiedo, perché un cliente / commerciante deve servirsi da noi, e ad oggi su ogni prodotto per me trova una risposta. Forse per questo, il tutto sembra coerente ed omogeneo e anche noi nel nostro modo di proporci siamo precisi, ma anche molto pratici.







Per qualsiasi informazione sullo showroom e sui brands rappresentati potete trovare di seguito i contatti di Geminiani Rappresentanze.



Milan Outfit

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Photo by Caterina & Margherita Libouri

P come Passione

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Ma dai, basta le solite storie. 
Intanto ricordiamoci sempre che il sogno di ogni donna non è trovare il principe azzurro, ma è mangiare a volontà senza prendere un chilo. 
Quale essere femminile potrebbe negarlo? Però, dato che è praticamente impossibile, e si vive una volta sola, vi propongo una valida alternativa: donne, imparate ad amarvi e a valorizzarvi così come siete. 
Bene, finita la tiritera psicologica, vi spiegherò il perché. Sappiate, e questo non solo le donne, ma pure gli uomini e i cani, che leggere la mia rubrica accenderà in voi i desideri più reconditi che anni di palestra e prove costume avevano sotterrato. 
Come ho scritto nella mia presentazione, la parola d'ordine è "godersi la vita". La bellezza intrinseca dell'esistenza si trova negli attimi che io chiamo di intensa perfezione, che contengono al loro interno la potenzialità della gioia. Però bisogna imparare a coglierli. 
Quindi, basta con le maschere e i perbenismi. Noi pensiamo a rendere le Piccole Cose Quotidiane ingredienti per gustarsi la Vita. Cosa intendo nello specifico? Be'.
(Mi metto comoda che qui ce n'è da considerare). 
Un bicchiere di vino rosso caldo e corposo, stesa davanti a un camino sotto una coperta in una casa di montagna, ad esempio.
Mettiamoci pure, sempre ipoteticamente, un tagliere di formaggi (freschi e stagionati, ma NON caprini - imparerete i miei gusti personali molto velocemente-) con miele e confetture.
Buttiamoci pure due fettine di salame. Non dimentichiamoci l'altro ingrediente principale, e cioè la buona compagnia. A seguire, infiliamoci un piatto di mmmm...facciamo pici cacio e pepe, che amo particolarmente, con la loro cremina che sposa perfettamente con la consistenza un po' ruvida della pasta.. E per finire, togliamocelo lo sfizio del dolce, con un tortino dal cuore caldo. 
Ecco, raccontato così non vi fa pensare a un momento idilliaco, perfetto? 
Vi racconterò, giorno per giorno, i miei piccoli momenti di idillio (quando c'è) e anche non, cioè parlerò un po' delle mie esperienze sensoriali a livello gustativo, dando consigli e reinterpretando in chiave ironica le situazioni che mi capitano, sempre rimanendo dunque nell'ambito delle mie passioni, che sono l'enogastronomia e la Vita. 
Quindi, stay tuned. (Also on www.parlocomemangio.altervista.org)

London Calling

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Londra è uno di quei posti che nella vita non si può perdere, esattamente come La Mecca per un musulmano. Di posti dove andare a mangiare ce ne sono vari, ce la si può tirare e andare al Cotidie, da Barbieri, dove prima o poi tocca andare, per testare i non-mappazzoni, oppure si può decidere di andare in un posto super sciallo dove ridere e lasciarsi andare.
Ma dico, voi avete presente il personaggiodimmerda per eccellenza, cioè il cafone che a tavola sta con i gomiti talmente larghi che gli passa un tir tra le braccia, che ho felicemente illustrato in un post su ParloComeMangio? 
Ci starebbe ogni tanto di lasciarsi andare e sentirsi un po' dei maiali all'osteria. Il posto adatto a questo a Londra c'è. 
E' una catena di ristoranti, in realtà. Si chiama Nando's e chiunque è stato a Londra non può non esserci passato almeno una volta. Io ci sono andata con le mie amiche e mia sorella, ed è stato esilarante. Il posto è specializzato in pollo, in particolare in ali di pollo. 
Non c'è servizio al tavolo, si va a ordinare direttamente al bancone. Sembra di stare in Messico più che a Soho.
Con grande sgomento di tutta la cucina, mia sorella e la Vera vanno a ordinare 50 ali di pollo. (Eravamo in 5 a mangiarle, di solito una porzione da da 10 viene divisa in 2/3 persone). "Yes, fifty, not fifteen, yes, I konw, we're starving." 
Localino molto strategico, con piano ribassato, atmosfera soffusina, musica latina in sottofondo e lavandini di design in mezzo alla sala. Per non parlare dell' autonomia nel prendersi bevande e salse a volontà. Probabilmente Attila con gli Unni aveva lasciato meno devastazione di noi al suo passaggio. 
Arrivano le ali, mediamente piccanti (e per fortuna, se le avessimo prese molto piccanti avremmo dovuto chiamare i pompieri...la prossima volta va!) e cominciamo ad addentarle a quattro ganasce, come se non mangiassimo da giorni e giorni. Mischiamo salse, patate, di tutto e di più. Ci litighiamo come avvoltoi addirittura i resti del pollo schiacciato della Marghe. 
Se qualcuna di noi doveva alzarsi per andare a lavarsi le mani o a fare rifornimento di salsa o birra, la Fede si alzava per lasciarla passare, ma senza mollare l'ossicino che stava sgranocchiando in quel momento.
Risate, strilli, cibo, cibo, cibo. 
Finiamo le nostre ali e ci rendiamo conto che c'era una salsa particolare che non avevamo assaggiato, ci era sfuggita. Cominciamo (e questo lo confesso con grande vergogna) a tocciarci (termine bolognese di dubbia provenienza che significa "intingere") dentro le foglie di insalata -che a dirla tutta erano solo per decorazione- e le ossicina. Avevo unto di pollo ovunque, dalla testa ai piedi. 
Non contente, riusciamo a decidere di avere voglia anche del dolce e ci spariamo una torta ai tre cioccolati (accompagnata da panna liquida che la Gaia è riuscita a bere a collo, con disgusto di tutte le presenti) e cheesecake a volontà. 
Un'esperienza idilliaca (vi avevo detto che vi avrei raccontato i momenti di idillio), troppo divertente... In fondo lo capisco perchè è così comune trovare in giro dei personaggidimmerda... 
Assolutamente da provare! 
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MET GALA

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Nel primo week end di maggio New York torna a vestire i panni di capitale della moda e del glamour. L’occasione è l’imperdibile passerella di stelle che inaugura l’apertura dell’esposizione al Metropolitan Museum per l’annuale mostra del Costume Institute. Il Met Gala non ha nulla da invidiare alla fotografatissima passerella degli Oscar, anzi, per molti versi è considerato la risposta newyorkese alla consueta cerimonia degli Academy. In effetti gli ingredienti ci sono tutti: celebrità ad uso e consumo di flash, moda, arte ed esagerazione.
Il tema del Gala quest’anno si ispirava ai mitici anni del Punk che ognuno ha deciso di vestire e interpretare in maniera più o meno riuscita. Un red carpet non può essere definito tale senza i giusti occhi indiscreti e le matite degli esperti pronte a sottolineare scivoloni o esaltazioni. E lo sapete bene, non esiste occhio più attento e critico di quello di Mr Touchè. Ecco le nostre pagelle. Del resto esiste maggiore divertimento ad ogni festa che si rispetti se non la critica del giorno dopo?
Partiamo con le lodi: il vincitore morale della serata è sicuramente lo stilista Riccardo Tisci che, con Givenchy, ha vestito il maggior numero di star (o almeno quelle più fotografate) esaltandone l’anima punk senza sminuirne fascino ed eleganza in un perfetto mix di spregiudicata aggressività e sofisticata femminilità.

Madonna
Amanda Seyfried


Beyoncé Knowles


Riccardo Tisci e Rooney Mara 


Il premio “Più esagerata” va sicuramente a Sarah Jessica Parker. Lei è, e resterà a lungo, l’icona della newyorkese per eccellenza. Carrie Bradshaw, è per lei un’indelebile alter ego che sembra cucirsi addosso ad ogni occasione mondana come una seconda pelle. Del resto lo diceva anche lei in Sex and the City: prima del suo arrivo a Manhattan  la città viveva come in un’altra epoca: una sorta di New York a.C. dove per a.C. si intende Avanti Carrie ovviamente. Con tali premesse non poteva certo sbagliare la passerella al Met: con l’esagerato piumaggio sul capo e un impeccabile abito di Giles sale degnamente sul podio. F.A.V.O.L.O.S.A.
Sarah Jessica Parker
Gara di scollature posteriori e schiene scoperte tra Amber Heard (additata come nuova fidanzata di Johnny Depp) in Emilio Pucci e Gisele Bundchen in Anthony Vaccarello. Nonostante gli sforzi di Amber non c’è gara: vince Gisele.

Amber Heard
Gisele Bundchen
Il premio Non ho l’età o se preferite E no che non mi arrendo lo vince ancora una volta Madonna: caschetto nero, guanti in pelle, giacca borchiata, gambe in bella mostra, tacco rosa e soprattutto calze a rete bucate il tutto arricchito da una posa da perfetta punk girl. Non c’è che dire: nonostante gli sforzi di Givenchy Madonna non rinuncia al suo personalissimo tocco da eterna ragazza in lotta con l’età che avanza, ma che non sembra scalfirla. Ha lanciato migliaia di mode nella sua blasonata carriera senza sbagliare un colpo quindi c’è da scommetterci: tra dieci anni le future star cinquantenni saranno tutte così: criticate, ma fiere di non arrendersi alla menopausa.



Madonna
Ha scelto di omaggiare lo stilista che la rese memorabile durante il momento più aureo della sua carriera. Così come quando ritirò l’Oscar come miglior attrice per Shakespeare in Love anche questa sera Gwyneth Paltrow sceglie Valentino: e non sbaglia. Il rosa è decisamente più shocking rispetto al passato ma la sua eleganza resta intatta. Per molti è ormai la degna erede di Audrey Hepburn. Principesca.


Bocciata Katy Perry: nonostante il duo Dolce e Gabbana provi a sorreggerla scortandola lungo tutta la passerella non convince l’abito barocco con tanto di Madonna bizantina frontale. E’ fuori tema, è già visto, ha stancato. Per noi è no.

Katy Perry
Ci ha abituato a continui mutamenti di look, ma c’è da scommetterci, quello che Anne Hathaway ha osato in scena sta sera resterà una pietra miliare nella sua carriera. Dopo il forfait all’ultimo minuto durante la premiazione degli Oscar (dove ha deciso di non indossare più l’abito per lei creato da Valentino) sembra tornato il sereno tra lo stilista italiano e la diva dei Miserables. Pace fatta e connubio perfetto: perfetto il contrasto tra il nero dark dell’abito e la carnagione diafana di Anne, perfetto il taglio e le trasparenze elegantemente esaltate, perfetta la nuova acconciatura bionda che siamo sicuri sarà il must dell’estate. Divina. Per noi ha vinto.
Anne Hathaway
Non tradisce le aspettative nemmeno Kim Kardashian: esageratamente fuori luogo. Il portamento pachidermico e le timide fantasie floreali la incoronano peggio vestita della serata nonostante il supporto di Riccardo Tisci: è tutto da rifare.


Il premio Miglior copyright lo portano a casa Kylie Minogue in Moschino e Gwen Stefani in un Martin Margela nero e bianco praticamente identico a quello della collega australiana. Nonostante tutto, per portamento, linee ed eleganza Gwen vince su Kylie ma con riserva: rimandante al prossimo anno.




Ha lasciato in molti dei presenti più di una perplessità, ma è innegabile che Uma Thurman nell’abito verde acido di Zac Posen spicchi in tutta la sua portentosa bellezza. L’abito la rispecchia molto: è elegante e poco banale, proprio come il suo fascino che sembra sbocciare tra la gonna a sirena e le balze. Per noi è promozione garantita sulla fiducia.

Uma Thurman 
Ci ha abituato a grandi esagerazioni, non sempre degne di nota o di buon gusto, ma questa volta l’estro di Givenchy Haute Couture catapulta l’esplosiva Beyoncè dritta sul podio: un lunghissimo strascico impreziosito da splendide decorazioni, gli stivali e persino i guanti sposano perfettamente la bellezza e l’indole della regina del Pop. Ci ha conquistati.
Beyoncè
Scivola a favore di flash la sempre triste Kate Holmes: nemmeno essersi liberata dall’ingombrante marito Tom Cruise sembra restituirle il sorriso. Sbaglia il tema e l’abito. Su una qualsiasi torta nuziale sarebbe stata una perfetta meringa, ma al Met era ora di festeggiare e dimostrare al mondo che trent’anni li hai una volta sola. Madonna docet.

Kate Holmes

La regina della moda inglese sfida New York e con fierezza patriottica: Sienna Miller porta a casa la partita grazie all’applauditissimo chiodo borchiato targato per lei da Burberry. E’ standing ovation. Anche sta volta.

Sienna Miller

Forse quando Stella McCartney stava disegnando il vestito di Kristen Stewart ha esagerato nell’attingere ispirazione dall’armadio del padre Paul. L’abito pantalone della stellina (triste) di Twilight ha lo stesso effetto sui fotografi dell’aglio con i vampiri: repellente. Colori, ricami e tagli completamente sbagliati. Kristen riesce nell’impresa quasi titanica di farci rimpiangere le mise dei suoi vecchi red carpet: il che è tutto un dire. Peccato.

Kristen Stewart
Premio Un cert regard per l’allure sofisticato di due giovani dive che non sbagliano un colpo: la prima è Kristen Dunst in un Louis Vuitton ampiamente all’altezza delle aspettative. E’ magnifica in tutta la sua femminilità.  La seconda degna di nota è invece Miley Cyrus in Marc Jacobs: Hanna Montana è cresciuta e la ragazza ha tutte le carte in regola per dimostrarlo. Semplicemente perfetta.

Kristen Dunst
 

Miley Cyrus





di SALVATORE ZEOLA



Trinity di Cartier. Lusso per gli occhi al Party di Angiolucci.

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[Foto & Editing by Flavio Cavallaro.]




Ieri ed oggi, in giro per Catania, palloncini color champagne e bianchi.
L'elio li voleva far scappare, ma le ragazze che li distribuivano alle passanti sapevano bene che legati a quei palloncini c'erano degli inviti importanti. Inviti che non potevano arrivare sino alle nuvole.



Perché le protagoniste di questi due giorni sono le ragazze che hanno sete di moda: Cartier le invita a scoprire la nuova collezione di sunglasses, Trinity. Un range diverso, delle destinatarie particolari, per una Maison storica che vuole avvicinare il gusto delle più giovani puntando sulla storica bellezza dei singoli occhiali, sulle forme definite e sui materiali che si fanno sentire, quando li hai tra le mani.

Così, presso la storica sede di Angiolucci Occhiali in via Gabriele D'Annunzio 54, a Catania, si è organizzato un piccolo party cui sono state invitate le ragazze che sono impegnate nella comunicazione tramite i social network ed i blog.

Tra una flûte piena di bollicine, fragole intinte nel cioccolato fuso e macarons croccanti e delicati, le bloggers hanno avuto modo di indossare vari modelli della collezione Trinity di Cartier, pronte con smartphones e macchine fotografiche per raccontarsi al meglio con i pixel... Ed una di loro, Raffaella Catania (in nomine lumen!), è stata scelta come Ambasciatrice del Trinity Eyewear Cartier: qui il racconto della sua esperienza ed i link per seguire la sua serata sui social.










Ma Angiolucci si è preso cura anche del makeup delle ragazze presenti, mettendo a loro disposizione un team di Artists dedite alla realizzazione di un trucco personalizzato.



E mentre le flûtes tintinnavano per i brindisi, i flash delle reflex lavoravano senza sosta ed il chiacchiericcio sommesso riscaldava l'atmosfera così familiare.
Perché la famiglia Angiolucci - sul campo dagli anni Quaranta del secolo scorso - non punta solo sulla competenza (ai massimi livelli), ma anche e soprattutto sull'attenzione al cliente, sulla cortesia, sul senso dell'ospitalità, per offrire i prodotti più esclusivi sul territorio catanese.
La collaborazione con una Maison del lusso qual è Cartier, del resto, oltre a ribadire la professionalità degli ospiti di stasera, mostra una consonanza di interessi, attenzioni, modi di vivere il cliente in un'atmosfera raffinata e magari un po' civettuola....


Gli dèi scendono dall'Olimpo, insomma, e coccolano le più giovani con bollicine e biscottini; propongono le loro idee ed aprono a chi opera nelle strutture che più rapidamente sanno interpretare le scelte del momento; vogliono immettersi nel mondo cyber per comunicare e diffondere quello che detengono: l'Eccellenza.








































#ItalianLove
Domenico

Directly from ParloComeMangio: I Personaggidimmerda

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Eccoci di nuovo qui, un'altra giornata ha inizio, il tempo come al solito fa schifo, qui a Bologna, e mi appresto a condividere con voi il post sui personaggidimmerda a cui avevo accennato ieri! Seguitemi su www.parlocomemangio.altervista.org, così da non perdervi altri post "propedeutici", come li chiamo io! 



Personaggiodimmerda N.1: è la tipica ragazza magra, col fisico invidiabile, che entra in un ristorante specializzato in pasta fresca fatta in casa/crescentine/dolci, e mangia “del roastbeef con scaglie di grana e rucola.” Ah be’, son poi scelte di vita quelle! Mi ricordo quando ero io a fare così durante la dieta dell’anno scorso: mi odiavo, ero veramente impresentabile. (E poi io un motivo per stare a dieta ce l’avevo eccome, per cui nessuno osava dirmi niente ahahah).
Personaggiodimmerda N.2: questa è ancora peggio della prima, perchè è sempre la tipica ragazza magra, col fisico invidiabile, che però sostiene di mangiare tantissimo. Solitamente infatti, questo soggetto entrando al ristorante annuncia di avere una fame in-con-te-ni-bi-le. Tu, che seduta al suo fianco ti senti Platinette, molto pacatamente fai il tuo ordine, antipasto e primo, uguale al suo. Se si osserverà attentamente questo personaggiodimmerda in azione, si noterà che alla vista dell’antipasto sgranerà gli occhi dicendo: “non immaginavo fosse così tanto”. Così la cosa si concluderà che tu l’aiuterai a finire sia antipasto che primo, con risultato che lei sarà ancora di più un personaggiodimmerda per aver messo in risalto la tua trippa a discapito della sua.
Personaggiodimmerda N.3: è il caso opposto. E’ l’ingordo/a della situazione, che assaggia i piatti degli altri ancora prima di aver sentito i suoi (io rientro in questa cerchia), e li apprezza anche di più. D’altronde si sa, l’erba del vicino è sempre più verde.
Personaggiodimmerda N.4: “io non bevo”, per cui prendete solo una bottiglia e lui si tracanna l’ultimo bicchiere rimasto.
Personaggiodimmerda N.5: è quello a cui non piace nulla di quello che c’è sul menù. La prima regola per andare al ristorante e godersi la gioia della buona cucina è proprio avere disponibilità all’assaggio e fiducia nello chef, che saprà proporre accostamenti pensati. Partire già, solo leggendo sulla carta, dicendo che fa tutto schifo, è il massimo dell’ignoranza e della mancanza di rispetto per chi quel lavoro l’ha compiuto. Se lo pensate, almeno non fate penare chi è al tavolo con voi e tenetevelo chiuso nella vostra testolina, perchè tanto a nessuno gliene frega una cippa.
Personaggiodimmerda N.6: arriva il conto, sono 28 e 80 a testa. Diamo tutti 30, ci facciamo cambiare un biglietto da 10 in monete, resto di 1 euro a tutti. Arriva lui/lei: “IO DEVO AVERE 20 CENTESIMI DI RESTO”. Risposta: “ti tira il culo?”.
Ecco, direi che bene o male i personaggidimmerda che possiamo incontrare sul nostro cammino da appassionati ci sono tutti a grandi linee, forse ho tralasciato quello che sta tutta la sera attaccato al telefono, che però non si può forse considerare nemmeno personaggio, dato che è presente fisicamente ma non spiritualmente.
Ora che anche oggi mi sono bella lamentata del mondo in cui viviamo e ho scaricato un po’ di tensione devo ammettere che mi sento decisamente meglio.
Ringrazio la Gaia che mi ha dato lo spunto e che dopo che io le ho detto: “Lo scrivo che l’idea è stata tua!” lei mi ha risposto: “Non è che quella che ha scritto 50 sfumature ha ringraziato tutti quelli con cui ha trombato.”



'A Pizz a Bologna

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Mi piace tanto, la pizza, da matti! Solo che ragazzi, che mattone da digerire, non va giù manco a crepare e la notte mi sogno cose improbabili, tipo che devo correre per scappare dall’uomo nero, ma sono pesante e non muovo le gambe…
E questo chiaramente perchè ormai nelle pizzerie non si usa più far lievitare l’impasto naturalmente, perchè la pizza si fa ecspressss con il lievito chimico che mi ammazza, oltre a dare quella consistenzina de plastica un po’ gommosa di Chernobyl che è così piacevole.
Morale della favola: io la pizza non la mangio quasi mai, perchè dopo matematicamente sto male!
Invece, ho la soluzione per voi: ieri sono andata fuori con la Gloria (cioè non è uscire con la Gloria che vi farà digerire la pizza, anche se è molto piacevole! -Ciao Glo! tvb-). Mi viene a prendere in vespa alle 8 e un quarto, fuori c’era ancora la luce del giorno, passiamo davanti a Bershka dove c’era l’inaugurazione, entriamo un attimo e ci sparano una foto a tradimento (io avevo ancora addosso la mia sciarpina un po’ da nonnetta visto che facevano 25 gradi, ma ho il mal di gola!). Dopo un breve giro, tanto a voi che ve ne impippa di questo, voi volete sapere dove siamo andate a mangiare, risaliamo sulla vespa e andiamo in via Centotrecento, alla pizzeria Nuova Epoca.
Per chi non lo sapesse (probabilmente la conosce solo chi fa l’Università qui), via Centotrecento è una viuzza dietro Piazza Verdi, si quella dei drogati e della gente stesa per terra, sisi quella che per arrivarci bisogna passare da via del Guasto, quella che puzza di pipì perchè ormai lasciamo pure che il Teatro Comunale sia un pisciatoio ghettizzato. Bella roba. “Dionigi sceriffo perchè ha riportato la polizia all’università” (sapete i manifesti attaccati ovunque?) MA PER FORTUNA SANTO CIELO! Altrochè polizia, io ci metterei l’esercito con i kalashnikov lì.
Scusate la digressione, fuori è brutto tempo, io devo studiare e ho mangiato dello yogurt acido per colazione stamattina.
Bè comunque. Arriviamo, e da fuori, giuro non daresti un euro a questo buchetto di pizzeria con l’insegna luminosa mezza rotta, invece entri e la prima cosa che ti colpisce è il profumo di pizza calda, morbida, super invitante. Il locale è pieno nemmeno per metà, a servirci è la figlia del proprietario, che fa il pizzaiolo, che è super carina e gentile. Oltretutto le aspettative sono alte perchè, udite udite, è quarta nella top ten delle pizzerie in Italia del Gambero Rosso.
Io prendo una sobria pizza “Nuova Epoca”, con: (preparatevi lo dirò tutto d’un fiato per sentirmi meno maiala) salsicciafunghiwurstelpeperoncino. La Gloria invece prende la “Valdostana”, con scamorza e speck. Intanto, prima di portarvi con me a rivivere il vortice che mi ha avvolto, vi dirò che c’era una scelta super ampia, varia. Non solo le classiche marinara, margherita, salsiccia.
Arriva sta sberla di pizza, ma sottilissima, alla romana, che faceva un profumo pazzesco. Comincio a tagliarla spasmodicamente perchè non vedevo l’ora di addentarla. E avevo ragione. Una meraviglia: l’impasto morbido, per niente gommoso, mozzarella e pomodoro al punto giusto, quella piccantezza data dal peperoncino che andava a braccetto col fungo delicatissimo. Poi va be’, salsiccia e wurstel che sono un evergreen, niente da dire. Ho mangiato addirittura il crostone, che lascio sempre ( non per fare il personaggiodimmerda, ma perchè se mangio anche quello vado diretta in ospedale a farmi fare una lavanda gastrica che faccio prima ). Anche quella della Gloria valeva, era buonissima, magari la prossima volta prendo quella.
Bevuta la mia birretta, ero sazia ma avevo un buchino per assaggiare a metà un dolcino, che è di loro produzione. Nell’indecisione tra mascarpone e panna cotta, alla fine scegliamo la seconda. No va bè, una roba da buttarsi per terra. Morbida, saporita, fresca di frigo, leggerissima! (Non è che sono io che digerisco i mattoni, vi giuro che era tutto super leggero).
Arriva il conto: 12 euro a testa. (E abbiamo preso le due pizze più costose eh!)
E stanotte ho pure dormito da dio, nessun uomo nero.
Ora scappo, vado a studià.

Milan Outfit

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Photo by Caterina & Margherita Libouri

Una chiacchierata con Enzo Miccio e "L'eleganza del maschio".

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Purtroppo è vero: ogni tanto (anzi, spesso) noi uomini diamo poche soddisfazioni alle nostre donne ed amiche. Spesso negli armadi di qualcuno mancano capi d'abbigliamento essenziali (ad esempio delle buone camicie. Stirate. Stirate bene.); altre volte ci si presenta ad un evento elegante in sneakers. Non desistete! Dal 13 maggio alle 14:30 su Real Time (canale 31 del digitale terrestre e 124 di Sky) Enzo Miccio proverà a far fiorire "L'eleganza del maschio", aiutando alcune donne a cambiare e a migliorare il look dei loro uomini - spesso poco pratici in materia - trasformandoli in perfetti gentiluomini. Enzo fornirà, in ogni puntata, una guida sul buon gusto e sullo stile, cercando di trasmettere ai protagonisti degli episodi quel minimo di passione per l'eleganza e le maniere impeccabili che farà conquistar loro non solo la sicurezza in sè stessi, bensì anche l'ammirazione da parte dei loro cari.



























Lo stand di Real Time ha oggi iniziato un piccolo tour che ha lo scopo di promuovere il programma e di coinvolgere attivamente i visitatori e le visitatrici durante le sue due tappe: la prima ha avuto luogo oggi, in Piazza Stesicoro, a Catania, mentre per la seconda l'appuntamento è per sabato 18 maggio in Piazza Dante a Napoli.
I ragazzi e le ragazze dello stand, in perfetta consonanza con il mood dell'evento, vestiti di colori tenui e raffinati (scamiciato color sabbia per le donne; camicia bianca e pantalone classico color sabbia per gli uomini), hanno accompagnato le coppie catanesi all'interno dell'area attrezzata, dove si può provare a fare un piccolo test (tramite il proprio account Facebook) per vedere a quale dei 30 profili pensati da Enzo Miccio (Rusticus, Divanus, Bambinus, Turistas, Raptus, Armadius,...) corrisponde l'uomo della coppia.


















In poco più di 15 giorni sono stati oltre 30.000 gli utenti che hanno giocato con la nuova App lanciata sulla Fanpage di Facebook di Real Time (1 milione di "like" raggiunti proprio in questi giorni) e che hanno potuto avere un'anteprima dei consigli e delle tips di Enzo, con le proposte per migliorare anche i casi più disperati.



Alla fine a tutti coloro che si offrono di sottoporsi al test viene consegnato un cartoncino che descrive le caratteristiche essenziali dell'"uomo da correggere": un memorandum dall'indubbia utilità e da tenere con sè mentre si guardano gli episodi de "L'eleganza del maschio" e si prendono appunti!





E per le donne che vogliono sfogarsi, la poltrona in pelle verde (direttamente dal set del programma) ed una telecamera vi aspettano per ascoltare i vostri sfoghi e le dichiarazioni ai vostri uomini, che verranno poi raccolti e pubblicati sul sito di Real Time Tv. Verrete ricompensate per vostre sofferenze di stile con una simpatica maglietta che promuove "L'evoluzione della specie maschile".














































Proprio oggi, a Catania, tra maschi diffidenti e donne commosse poiché non tutto è perduto, ho avuto modo di incontrare Enzo Miccio in carne e Charme, il quale con molta cortesia mi ha concesso una piccola chiacchierata e mi ha raccontato un po' di sè e del suo programma:

Ciao Enzo! Vorrei cominciare col chiederti di raccontarmi la tua storia...
Da dove vuoi che cominci? Non è mica facile così!



So che nasci come wedding planner.
Sì, partiamo dall'inizio della mia attività professionale, che è - del resto - quella che svolgo tuttora: sono un wedding planner dal 2000, ma nel 1999 ho organizzato il matrimonio di una mia amica (si inizia sempre così, per scherzo) non pensando di voler far quello a livello professionale. Non volevo fare l'organizzatore di matrimoni, anche perchè in quegli anni non c'era ancora questa cultura dell'organizzazione di un evento importante quale è il matrimonio. Nel 2000, invece, mi hanno contattato (e questa volta mi hanno anche pagato!) ed è stata un'esperienza molto divertente! Pensa che ho incontrato la sposa solo tre giorni prima della data delle nozze!

Ma allora per chi lo organizzavi questo matrimonio?
In effetti abbiamo lavorato la mamma della sposa ed io per preparare tutto l'essenziale, dalla cerimonia al ricevimento degli ospiti, e - forse - l'ho organizzato soprattutto per lei, che voleva che tutto fosse perfetto per quel giorno. Ma ho un bel ricordo di questo evento, perchè da lì è poi nato tutto: ho inaugurato la mia società ed è arrivata la televisione nel 2005, che con il programma "Wedding Planners" mi ha dato tanta popolarità, sebbene tutto sia iniziato in modo molto naturale! Non c'è stato nulla di costruito o pensato o voluto da me, mi sono trovato a far quello che mi piaceva - anche in televisione - in modo un po' casuale.
E il primo matrimonio che hai organizzato è stato quello che ti ha segnato di più?
Forse non è stato quello che mi ha segnato di più. Forse mi ha segnato di più l'ultimo matrimonio che ho organizzato [Si riferisce al matrimonio di Valeria Marini, celebrato la scorsa domenica-ndr]. Ma in realtà io ricordo quasi tutti i "miei" matrimoni, perché mi affeziono agli sposi e si crea uno splendido legame con loro e, sono sicuro, anche un pezzettino di me si ritrova sempre nei ricordi che loro legano a quella particolare data.

Il tuo romanzo "Cercando Grace" racconta una favola che prende spunto dalla figura della Principessa di Hollywood, Grace Kelly.
Se tu potessi scegliere di vivere la storia raccontata da un libro o di vivere in un'epoca storica diversa dalla nostra, dove ti vedresti?
Sicuramente sceglierei qualcosa di lontano dai nostri giorni. Sono una persona che guarda molto al passato, ma non perché il presente non mi piaccia! Sono un nostalgico e quindi sceglierei di vivere nel Settecento, che è il periodo storico che mi piace di più: mi piace la musica, mi piacciono i costumi e le architetture di quell'epoca, quindi penso che mi piacerebbe ritrovarmi alla Corte del Re Sole o di Maria Antonietta, nella Francia del Settecento.

Parliamo un po' de "L'eleganza del maschio": il termine "maschio" fa pensare a qualcosa di grezzo, ruvido, da plasmare quanto a modi di fare. Ma secondo te, l'eleganza è un qualcosa che si può costruire o è qualcosa di innato? 
L'eleganza non si costruisce. L'eleganza è qualcosa di assolutamente innato. Di certo ogni persona ha la sua eleganza ed ognuno può lavorare per affinarla e per modificare un po' il proprio gusto, ma comunque l'alternativa è ben definita: o sei o non sei elegante. Un'attitudine personale, la definirei, perché non la si può insegnare e, in parallelo, difficilmente si impara.

E quindi cosa vuoi proporre all'uomo di oggi con questo programma?
Una serie di consigli utili per poter migliorare. Semplicemente.
Non è un programma in cui si cerca di cambiarti i connotati e restituirti a nuova vita come lo è, ad esempio, "Ma come ti vesti?": qui cerchiamo di prendere in considerazione l'appello disperato di una donna (la mamma, la figlia, la fidanzata, la moglie,...) che ci affida il suo maschio e noi cerchiamo sicuramente di dargli una raddrizzata in tema di stile, ma tenendo sempre ben fermi alcuni dati fondamentali come "chi sei", "che lavoro fai" e "come sei fatto". Non cerchiamo, quindi, di dare una nuova immagine, ma miglioriamo quella che già il maschio ha, ottimizzando il potenziale. 
Dall'altro lato, poi c'è la parte più divertente, ovvero quella in cui vengono spiegate le piccole regole del savoir-vivre, del bon ton (che si pensa siano un po' antiquate, mentre è sempre bene conoscerle), delle relazioni anche con le donne: mi sono accorto, durante la registrazione del programma, che ci sono tutta una serie di occasioni a cui l'uomo non è proprio avvezzo! Ho incontrato tanti uomini che non avevamo mai fatto un regalo ad una donna e, quindi, non sapevano come comportarsi quando si trattava di entrare in una boutique o semplicemente dal fioraio per scegliere un bouquet adatto ad una specifica occasione.

Nel nostro blog spesso parliamo di artisti e stilisti emergenti e manteniamo uno sguardo vigile per cogliere ed anticipare le nuove tendenze. Ti chiedo: preferisci la bellezza classica di un Valentino Garavani, o la sperimentazione tentata, ad esempio, da Sarah Burton per Alexander McQueen?
La risposta la sai già! Vorrei vivere nel Settecento alla Corte del Re Sole! Potrei mai andare vestito dalla Burton!? Lei ha realizzato un vestito carino per il matrimonio di Kate Middleton, ma in ogni caso ti confesso che resta imbattibile il nostro ultimo Imperatore della Moda, Valentino, che io adoro in tutto e per tutto, anche se mi piace molto quando la tradizione e l'innovazione camminano di pari passo, e sicuramente i due designer della Maison Valentino stanno facendo davvero un bellissimo lavoro. In realtà io ero molto preoccupato quando il (mio) grande Valentino decise di lasciare le scene, ma loro stanno davvero facendo molto, un po' spulciando negli archivi storici della Casa ed un po'investendo del loro.
E poi, diciamolo pure, nella moda non c'è più niente da inventare! Si tratta ormai di una serie di "corsi e ricorsi storici" e tutto ciò che è stato fatto, prima o poi, ritornerà in auge...

Per concludere vorrei fare un piccolo gioco: io ti dico due parole e tu ne scegli una , motivandomi, se vuoi e quando lo ritieni più opportuno, la  tua scelta.
Bene! Iniziamo pure!

Pochette o cravatta?
Cravatta.

Chignon o Fishtail Braid (per una sposa)?
Dipende, sai? Perché non tutti gli ovali del viso sono uguali, tra le altre cose, ma se dovessi scegliere in modo assoluto sceglierei lo chignon.

Total white o total black?
Total black! (Il total white è pericoloso!).

Marilyn o Audrey?
(Eh questa è proprio difficile...) ... Grace!

Michelle Obama o Angela Merkel?
Obama!
Macarons o cheescake?
Macarons.

Lurex o calzino bianco (cosa è peggio)?
Sicuramente il calzino bianco! Un filo di lurex usato con parsimonia e criterio non guasta.
Chanel o Lacroix?
[E qui non me lo aspettavo! - ndr]
Lacroix! Tu forse ti aspettavi Chanel. Eppure con questa scelta ti posso anche spiegare meglio le mie risposte precedenti: Lacroix è il Genio! L'Opulenza, la Ricchezza ed il Buon Gusto allo stesso tempo.
Che Karl Lagerfeld sia un Genio e che Mademoiselle Coco abbia segnato la Storia è di sicuro innegabile, ma io preferisco Lacroix.


Che dire, Signor Miccio? Chapeau! O, meglio: Touché!
#ItalianLove
Domenico.

P.S. Non perdetevi anche il libro di Enzo, "L'eleganza del maschio" edito da Rizzoli e la cui uscita è prevista per giorno 15 maggio!

Il Gesto Apotropaico

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Oggi esame.
(O forse domani, o forse dopodomani -questa è l’UniBo-. Se mi mettono lunedì corrompo qualcuno per fare cambio).
Quindi ieri, bisognava compiere un vero e proprio gesto di buon augurio per fare andare il tutto a buon fine. Io e la Gaia (ovviamente, mia immancabile compagna di studio e di mangiate, ormai la conoscerete), siamo state tutte la mattina in San Giovanni in Monte a ripetere a manetta, in modalità panzer-on. Pausa pranzo: andiamo da Giampi e Ciccio, trattoria tipica bolognese in Via Farini 31.
Ambientino molto carino, tovaglia a scacchi, bianchi e rossi, immancabile. Soffitto con volte dipinto di rosso, legno nella metà bassa delle pareti, utensili appesi sulle restanti. Un locale, pieno, vissuto, che ha una storia da raccontare, sicuramente accogliente, esattamente come i proprietari.
Trovo che una delle cose più piacevoli del mangiare fuori sia trovare persone che amano quello che fanno e riescono a trasmetterlo, e la prima impressione che si ha entrando in questo posto è proprio questa. Ci si sente bene accolti, c’è una bella atmosfera.
No perchè qui oltre ai personaggidimmerda bisognerà parlare prima o poi dei ristoratoridimmerda, perché purtroppo ce n’è da raccontare.Cogliete questo spoiler e mettete via, in attesa di approfondimenti.
Insomma ordiniamo, proposte classiche come la tagliatella al ragù, su cui si lancia la Gaia dopo un attimo di indecisione con la loro tagliatella alla mortadella, che è secondo me il cavallo di battaglia, e la proposta del giorno: tagliolini verdi con prosciutto crudo e carciofi. Siccome amo provare sempre cose nuove, senza ombra di dubbio io ordino quelli.

Poi voi dite: be’, era una “pausa pranzo” nel giorno prima di un esame, per cui state leggere, solo acqua. Mocché! (E’ proprio mocchè, detto alla bolognese -sarebbe macchè!-). Vinello, un mezzino (minimo sindacabile!) di rosso della casa, Sangiovese.
Arrivano i primi, dopo poco, anche perchè eravamo andate a mangiare come i tedeschi in vacanza sulla riviera romagnola o peggio ancora come i polentoni, a mezzogiorno e venti, ma di studiare non ne avevamo più voglia e avevamo stranamente fame.
La Gaia immediatamente si contraddistingue come il personaggiodimmerda che assaggia prima il piatto della persona che ha di fronte ( cioè la sottoscritta ) e lo apprezza pure più del suo. Quando anche io riesco ad agguantare il primo rotolino, mi sento subito meglio. In primis, che bello (e che rarità!) mangiare dei carciofi puliti ad hoc, sono sempre stata dell’idea che solo Nonni Fiora fosse in grado di farlo, invece oggi mi sono ricreduta, ho trovato un’altra persona che lo sa fare! Devo dire un piatto veramente particolare, mi piaceva molto l’accostamento del prosciuttino croccantino con il carciofo bello morbido e liscio, non l’avevo mai provata questa combinazione! Mi è piaciuto da matti, porzione bella abbondante, stavo viaggiando leggera sulle nuvole, boccone dopo boccone, sperando che non finissero mai (come le pagine da ripassare insomma.)
Ho ovviamente addentato anche la tagliatella della Gaia, molto buona anche quella, anche se io sono una che al ristorante non mangia MAI ne le tagliatelle al ragù ne i tortellini in brodo. Non ce la faccio, mi sembra uno spreco andare al ristorante e mangiare piatti così “comuni” per me che sono nata qui. Per chi viene da fuori invece, vi dico: MANGIATE LE TAGLIATELLE AL RAGU’ qui da Giampi e Ciccio, e porterete a casa con voi il ricordo di un piatto sublime.
Non contente, decidiamo di spararci pure il dolcino. Io prendo torta al cioccolato con crema pasticcera e la Gaia mascarpone coi pavesini. Entrambi fatti in casa, vince la crema pasticcera, una roba da sbattere i pugni sul tavolo e i piedi per terra dalla bontà- non che l’abbia fatto, ma ne sarei stata capace con un bicchiere di Sangio in più.-

Caffè e via a studiare, abbiamo pure pagato una sciocchezza, poco più di 20 a testa, rapporto qualità prezzo fantastico.
Ho detto caffè e “VIA A STUDIARE”? Cioè secondo voi dopo ‘sta magnata e ‘sta bevuta siamo riuscite a metterci subito a studiare? Be’ vi racconterò brevemente come abbiamo affrontato la cosa: il programma era di tornare in biblioteca, dove avevamo lasciato libri vari. Siamo tornate, sì, abbiamo preso i libri, sì. Poi siamo andate dalla Gaia. C’era il sole. Il suo terrazzo ci chiamava. Ci ha salvato il fatto che Bologna comincia a essere infestata di insetti quanto l’Australia e in centro volano “cararmati con le ali e api tigre” (cit.) per cui siamo rientrate, dopo un’oretta di rimbambimento al sole tra ronzii vari.
Ora vado, ho un professore che mi aspetta, a cui raccontare una bella barzelletta.
Consigli?
Non siate avidi, io vi sto riempiendo, anche il giorno dell’esame.
Cià.

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